La natura e il destinatario del danno distinguono l’impedito controllo dall’infedeltà patrimoniale
La sentenza della Cassazione n. 44053 depositata ieri si è espressa sulle differenze tra impedito controllo e infedeltà patrimoniale.
L’art. 2625 comma 2 c.c. (impedito controllo) prevede che la condotta degli amministratori che ostacolino l’attività di controllo dei soci e degli organi sociali sia di rilevanza penale quanto questa cagioni un danno (non meglio precisato) ai soci stessi.
L’art. 2634 c.c. (infedeltà patrimoniale), invece, prevede che gli atti di disposizione patrimoniale compiuti dall’amministratore in conflitto di interessi assumano rilevanza penale solo quando abbiano cagionato un danno patrimoniale alla società amministrata.
Le differenze tra le due ipotesi – precisa quindi la sentenza della Cassazione n. 44053/2017 – attengono:
- ai soggetti danneggiati (i soci nel primo caso e la società nel secondo);
- alla natura del danno (anche non patrimoniale solo nel primo caso) che, comunque, va adeguatamente identificato e provato.
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