L’amministratore non determina i compensi del consigliere
La Cassazione, nella sentenza n. 5477/2018, ha precisato che l’insussistenza, in capo all’amministratore delegato, del potere di determinare i compensi di altro consigliere deriva non soltanto (nella specie) dallo statuto riproduttivo dell’art. 2389 c.c., ai sensi del quale “i compensi spettanti ai membri del consiglio di amministrazione ... sono stabiliti dall’atto di nomina o dall’assemblea”, ma direttamente da tale disposizione che presenta natura imperativa e inderogabile.
Sicché neppure si pone un problema di opponibilità di detta limitazione del potere dell’amministratore ex art. 2384 comma 2 c.c., ai sensi del quale le limitazioni ai poteri degli amministratori che risultano dallo statuto o da una decisione degli organi competenti non sono opponibili ai terzi, anche se pubblicate, salvo che si provi che questi abbiano intenzionalmente agito a danno della società.
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