ACCEDI
Domenica, 9 novembre 2025

NOTIZIE IN BREVE

Certificazioni «ricerca e sviluppo» da allargare ai revisori senza incarichi

/ REDAZIONE

Mercoledì, 14 novembre 2018

x
STAMPA

La disposizione che garantisce alle imprese la possibilità di ottenere un credito d’imposta per le spese di ricerca e sviluppo, contemplata dall’art. 13 comma 1 lett. f) del Ddl. di bilancio 2019, “penalizza i giovani revisori dei conti”. A sostenerlo è l’ADC che ieri, tramite un comunicato stampa, ha sottolineato la necessità di modificare, nel corso dell’iter parlamentare, un provvedimento che “conferma la precedente previsione normativa”.

Nello specifico, si prevede che, per poter accedere al credito d’imposta, le spese sostenute per ricerca e sviluppo debbano essere certificate da un revisore legale iscritto alla sezione A del Registro, quella riservata ai revisori attivi. Tale disposizione, scrive l’ADC, è “dannosa per i colleghi, in particolare per i giovani che, pur avendo superato l’esame di abilitazione per l’iscrizione al registro, non hanno incarichi e rimangono iscritti alla sezione B”.

Si tratta, aggiunge l’associazione sindacale guidata da Enzo De Maggio, di professionisti che sono “ritenuti idonei per svolgere l’attività, pagano l’iscrizione al registro dei revisori legali e continuano a formarsi anno dopo anno (ben 20 i crediti obbligatori per la revisione) nel pieno rispetto delle norme” e che, per il solo fatto di non avere incarichi in corso, rimarrebbero esclusi dalla possibilità di certificare le spese di ricerca e sviluppo effettuate dalle imprese non obbligate alla revisione legale dei conti.

Di qui, la richiesta di emendare il provvedimento, in modo da evitare disparità di trattamento prodotte dalle “rendite di posizione”. Allo stesso tempo, l’ADC si aspetta che “si proceda alla definizione di un limite massimo per gli incarichi di revisione. La concentrazione di incarichi in capo a pochi soggetti, oltre a rendere difficile lo svolgimento dell’incarico con la cura e i tempi necessari, danneggia ancora una volta i giovani che hanno meno probabilità di essere destinatari di tali incarichi”.

Oggi, entrare nel mercato del lavoro risulta sempre più difficile, non solo a causa di norme che tutelano chi è già avviato, ma anche per la concorrenza di “soggetti meno qualificati che ogni giorno propongono, con un marketing aggressivo e superficiale, di sostituire il commercialista con fantomatici esperti, tutti a buon mercato ma non obbligati alle regole e ai principi previsti per rimanere iscritti all’albo”.

È il caso, ad esempio, dell’escapologo che, stando a quanto sostiene l’ADC, ha partecipato all’ultimo congresso mondiale di categoria (World congress of accountants di Sidney), “pretendendo di indicare a noi la strada per il futuro, vendendoci tecnologia o ricette per risparmi fiscali tacciabili di tentata elusione”. Una presenza “inaccettabile” per chi si batte per far valere la formazione e le competenze dei commercialisti.

TORNA SU