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LETTERE

Su aspiranti forfetari e controllo indiretto di srl siamo alle solite

Venerdì, 8 febbraio 2019

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Caro Direttore,
siamo (purtroppo e sempre) alle solite.
Lo so che la faccenda dell’esatta definizione del controlloindiretto” di una srl che potrebbe inibire l’applicazione del regime forfetario è cosa che riguarda poche persone in Italia e quindi, forse, è legittimo attendersi che in questo momento le priorità siano altre e che l’argomento non possa essere affrontato, però qui stiamo parlando della vita delle persone, che NON sanno cosa fare, che attendono di fatturare per capire in quale regime fiscale sono o possono essere.

È stato scritto (ma sulla stampa specializzata, non certo dall’Agenzia) che per stabilire se vi sia il controllo si dovrebbe fare riferimento all’articolo 2359 del codice civile. Indubbiamente il controllo c’è se il professionista dispone della maggioranza assoluta dei voti esercitabili in assemblea. O tale controllo c’è se l’aspirante forfetario possiede il 51% di una srl, la quale possiede il 51% di un’altra srl che svolge attività direttamente riconducibile alla sua.

Il comma 2 dell’articolo 2359 precisa però che si computano anche i voti spettanti a “persona interposta”.
Quindi forse la moglie professionista (lavora da anni con partita IVA) col 10% della srl che il marito controlla col 51% non può aderire al regime forfetario.
Forse.

Commentatori molto più autorevoli del povero commercialista di Provincia che le scrive hanno affermato che non è automatico considerare un familiare come “persona interposta”: quando il legislatore ha voluto considerare il familiare come un soggetto interposto lo ha detto espressamente (es. legge di bilancio 2019, art. 1 comma 70 in materia di credito di imposta per l’attività di ricerca e sviluppo o normativa in materia di antiriciclaggio, art. 4 del DL 167/90).
Speravo in un’indicazione dell’Agenzia a Telefisco, ma sembra che l’argomento non sia stato toccato.

Ora mi chiedo: ma chi è stato a inserire o a far inserire nell’art. 1, comma 57, lett. d) della L. 190/2014 il periodo “ovvero che controllano direttamente o indirettamente società a responsabilità limitata o associazioni in partecipazione, le quali esercitano attività economiche direttamente o indirettamente riconducibili a quelle svolte dagli esercenti attività d’impresa, arti o professioni”? Lo sapeva quello che diceva o intendeva dire oppure no?

Se lo sapeva, lo dica adesso, altrimenti mi rimane – come spesso in passato (siamo alle solite...) – il dubbio che non lo sapesse proprio e che si tratta di un’altra norma fiscale che viene buttata sul tavolo in attesa di capire come reagisce il pubblico (rectius “i sudditi”) e per decidere poi che cosa si voleva intendere prima.


Marcello Natali
Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Ravenna

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