Non sconta l’IVA la mancia versata spontaneamente dal cliente
In questo senso sembra fare propendere la sentenza della Corte di Giustizia sulla tassa di servizio
In certi settori di attività, come quello della ristorazione, la corresponsione di una mancia da parte del cliente è una pratica abbastanza diffusa in Italia, seppure in misura minore rispetto agli altri Paesi europei ove non è previsto, di solito, l’addebito del coperto nel conto.
La prassi amministrativa non ha sinora fornito chiarimenti circa il trattamento ai fini IVA delle mance. Qualche indicazione utile può essere tratta dalla sentenza pronunciata dalla Corte di Giustizia nella causa C-404/99. I giudici europei hanno censurato l’esclusione dalla base imponibile IVA, che era prevista in Francia, con riguardo alle maggiorazioni obbligatorie di prezzo richieste da alcune imprese (es. alberghi, ristoranti, bar, saloni da parrucchiere, casinò) per la retribuzione del servizio (c.d.
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