IVA sugli importi pagati con risoluzione anticipata del contratto telefonico
Il mancato rispetto del «periodo di fedeltà» non configura il risarcimento del danno
Gli importi percepiti da un operatore telefonico a fronte della risoluzione anticipata di un contratto che prevede un “periodo di fedeltà” costituiscono la remunerazione di una prestazione di servizi effettuata a titolo oneroso che deve essere assoggettata a IVA. La Corte Ue ha confermato, con sentenza 11 giugno 2020 relativa alla causa C-43/19, il principio, già espresso in passato (cfr. Corte Ue 22 novembre 2018 causa C-295/17), secondo cui tali somme non possono essere assimilate alle penalità per inadempimento, escluse da imposta.
Il procedimento concerneva una nota compagnia operante nel settore delle comunicazioni elettroniche, della telefonia fissa e dell’accesso a internet. Questa società stipulava con i propri clienti contratti che prevedevano condizioni di particolare ...
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