ACCEDI
Martedì, 1 luglio 2025 - Aggiornato alle 6.00

OPINIONI

Nel decreto Ristori-quater differimenti fiscali per 7,2 miliardi di euro

Aiuti definitivi da decidere nel 2021 per 5,3 miliardi di euro

/ Enrico ZANETTI

Giovedì, 3 dicembre 2020

x
STAMPA

download PDF download PDF

Sono 5,3 i miliardi di euro che il decreto “Ristori-quater” mette da parte, per il 2021, in un fondo che potrà essere utilizzato per perequare le misure fiscali e di ristoro concesse con i vari decreti “Cura Italia”, “Liquidità”, “Rilancio”, “Agosto”, “Ristori”, “Ristori-bis” e “Ristori-ter”, a favore dei “soggetti che con i medesimi provvedimenti siano stati destinatari di sospensioni fiscali e contributive che registrino una significativa perdita di fatturato” (art. 23 del DL 157/2020).

Si tratta di quella parte degli 8 miliardi di euro dell’ultimo scostamento di bilancio approvato dal Parlamento che nel DL 157/2020 è stata utilizzata non già per misure a titolo definitivo (come, ad esempio, l’ampliamento dei destinatari del contributo a fondo perduto di cui all’art. 1 del DL 137/2020 o le nuove indennità per alcune categorie di lavoratori), bensì per misure di mero differimento al 2021 dei versamenti fiscali e contributivi in scadenza il 30 novembre e nel corso del mese di dicembre.

Il differimento al 30 aprile 2021 della seconda o unica rata di acconto IRPEF/IRES e IRAP, in scadenza al 30 novembre 2020, vale 1.759 milioni di euro.
Il differimento al 1° marzo 2021 dei versamenti fiscali e contributivi in scadenza a dicembre 2020 vale 3.925 milioni di euro, di cui 752 milioni di euro per le ritenute fiscali sui redditi di lavoro dipendente e assimilati, 2.236 milioni di euro per l’IVA e 937 per i contributi previdenziali e assistenziali.

Alle due voci che precedono si aggiungono ulteriori 950 milioni di euro di differimenti al 1° marzo 2021 di rate della c.d. “rottamazione-ter” altrimenti in scadenza e 559 milioni di euro di differimenti al 2021 dei versamenti del “prelievo erariale unico” sugli apparecchi da intrattenimento.
Un totale di 7,2 miliardi di euro di minori entrate sul 2020 (coperte dagli 8 miliardi di scostamento di bilancio su quell’anno) che però si traducono in altrettante maggiori entrate che migliorano il deficit 2021.

Di queste, sono appunto 5,3 i miliardi destinati all’apposito fondo che finanzierà “aiuti definitivi” (non meri differimenti di oneri) nel 2021, cui, ai sensi dell’art. 22 del DL 157/2020, si aggiungono ulteriori 250 milioni di euro che vengono attribuiti alle Regioni a statuto ordinario per la riduzione del debito e il ristoro delle categorie soggette a restrizioni ulteriori deliberate su base regionale.

Secondo quanto stabilito dall’art. 23 del DL 157/2020, i 5,3 miliardi accantonati per il 2021 potranno essere utilizzati per prevedere “l’esonero totale o parziale della ripresa dei versamenti fiscali e contributivi” a favore dei soggetti “che registrino una significativa perdita di fatturato”, da individuarsi sulla base di parametri fissati con DPCM, previa delibera del Consiglio dei Ministri, su proposta del MEF e del MISE, acquisito il parare delle commissioni parlamentari.

In pratica, il decreto “Ristori-quarter”, ben lungi dal costituire l’ultimo atto della saga dei ristori, costituisce il “prequel” di un film la cui regia passa però saldamente nelle mani del Governo (ed in particolare del Premier Conte e dei Ministri Gualtieri e Patuanelli), con il Parlamento che non avrà modo di intervenire nemmeno con i già angusti spazi di manovra che caratterizzano le conversioni in legge di decreti con tanto di apposizione di fiducia, posto che vi sarà solo l’acquisizione di un parere, nemmeno vincolante, delle commissioni parlamentari.

Considerato che stiamo parlando di risorse che sono state procurate con uno scostamento di bilancio votato da tutte le forze parlamentari, comprese quelle di opposizione, viene legittimo pensare che questo schema operativo fosse stato previamente concordato in sede politica tra Governo, maggioranza e opposizioni, posto che, ove così non fosse, il film di cui il Decreto “Ristori-quarter” costituirebbe il “prequel” sarebbe senza dubbio “Prendi i soldi e scappa”, nel senso che il Governo, presi i soldi con voto unanime del Parlamento, li apposta, attraverso lo strumento dell’utilizzo a titolo provvisorio per i differimenti fiscali, su un fondo le cui modalità di utilizzo sono sostanzialmente rimesse alla sua esclusiva discrezionalità, senza nemmeno la “noia” di un passaggio in Parlamento.

TORNA SU