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LETTERE

Ma è davvero obbligatoria la deduzione delle quote di ammortamento sospese?

Mercoledì, 17 febbraio 2021

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Spettabile Redazione,
vorrei fare alcune considerazioni che rimugino da tempo sia preoccupato delle complicazioni contabili (fiscalità differita), sia convinto dell’inutilità (reddito fiscale 2020 comunque negativo) che deriverebbero dal considerare obbligatoria la deduzione fiscale delle quote di ammortamento sospese nel 2020 (come sostenuto da Assonime, ndr; si veda “Deduzione extracontabile degli ammortamenti sospesi obbligatoria nel 2020” del 15 febbraio).

Partendo banalmente dalla definizione di deducibilità che si trova nel dizionario Treccani (“deducibili, costi (o oneri deducibili) Importi che il contribuente (persona fisica o giuridica) può sottrarre dal proprio reddito allo scopo di ridurre la base imponibile...”) e riprendendo la famosa e, a mio modestissimo parere, chiara risposta dell’Agenzia delle Entrate nel corso di Telefisco (la norma raccorda, da un punto di vista fiscale, la facoltà riconosciuta in sede contabile prevedendo, in particolare, che la mancata imputazione a conto economico nel 2020 della quota di ammortamento non influisce sulla deducibilità fiscale della stessa, la quale resta confermata a prescindere dall’imputazione a conto economico), non trovo scritto da nessuna parte l’obbligo di variazione in diminuzione nel modello fiscale per gli ammortamenti non imputati a conto economico.
L’Agenzia delle Entrate scrive infatti che resta confermata la deducibilità, ovvero la possibilità di dedurre, e non evoca nessun fantomatico obbligo di deduzione. Altrimenti avrebbe scritto “resta confermato l’obbligo di deduzione”, cosa che non avrebbe potuto scrivere visto che non esiste nessun obbligo di deduzione normativamente previsto.

Infatti anche richiamando la normativa primaria cioè le disposizioni di legge in questione (art. 60 comma 7-quinquies del DL 104/2020 e l’art. 102 del TUIR espressamente richiamato dal predetto art. 60), non si trova alcun obbligo di deduzione, né secondo l’aliquota massima e neppure secondo l’aliquota minima (cosa quest’ultima che diversi anni fa era espressamente prevista dalla legge pena la perdita della quota non dedotta, norma poi abolita).

Se posso dirla tutta, mi sembra che anche nei rari casi in cui il legislatore e l’Agenzia delle Entrate danno un’agevolazione e non complicano le cose, ci sono alcuni di noi che si arrovellano troppo e finiscono per complicarsi e complicarci la vita: sarà che le cose semplici sembrano troppo belle per essere vere?


Enrico Danelli
Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Lecco

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