Cassazione in tilt sulle somme ricevute dall’associato che recede dallo studio professionale
Emergono incertezze sull’applicazione dell’art. 20-bis del TUIR e sulla qualificazione delle somme percepite per la cessione della clientela
Negli atti costitutivi degli studi professionali, è frequente la prassi di inserire delle clausole che regolano il recesso dell’associato.
Spesso è prevista, a favore di quest’ultimo, l’erogazione di una indennità, che si compone di una quota corrispondente al conferimento iniziale e di una quota di compensi che ha la funzione di valorizzare il ruolo ricoperto dal professionista nello studio fino al recesso.
Per quanto riguarda la tassazione dell’indennità in capo all’associato, è opinione condivisa che si applichi l’art. 20-bis del TUIR, secondo cui le somme attribuite ai soci in caso di recesso si considerano redditi di partecipazione, da ricomprendere nella categoria reddituale da cui traggono origine. La somma percepita dall’associato concorre quindi ...
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