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LETTERE

Con 21 Consiglieri potremmo accontentare tutti

Venerdì, 18 febbraio 2011

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Caro Direttore,
seguo con molto interesse le lettere che i colleghi scrivono, perché rappresentano la voce vera della categoria, ossia la voce di coloro che tutti i giorni affrontano le numerose problematiche della nostra professione.
La cosa più bella è che le diverse opinioni, a volte anche contrastanti, in realtà ci danno uno spaccato significativo di chi siamo veramente.

Porto ad esempio il tema del compenso per gli invii telematici, molto sentito da chi effettivamente e personalmente si sobbarca questo onere, giustamente meno sentito da chi proprio non se ne occupa o ha delegato ad altri.
È naturale che questi ultimi colleghi siano legittimamente più sensibili a problemi di natura diversa e più ad alto livello dal punto di vista professionale, così come diversa diventa conseguentemente l’interpretazione che viene data in tema di riorganizzazione e aggregazione delle nostre strutture. Mi riferisco, in particolare, alle due significative lettere di qualche giorno fa, di Marco Pezzetta, Presidente dell’ODCEC di Udine (“Giusto parlare di invii telematici, ma le sfide davvero importanti sono altre” del 10 febbraio) e di Paolo Ingrao di Pordenone (“L’aggregazione delle strutture è fondamentale per il nostro futuro” del 15 febbraio).

Ma la nostra categoria è fatta sia dei tanti che sono costretti ad occuparsi anche di quello di cui farebbero volentieri a meno, sia degli altri, meno numerosi ma con redditi sicuramente molto più elevati.
E non è che i primi siano meno meritevoli dei secondi: hanno solo avuto la sfortuna di arrivare “dopo”, quando tutto è cambiato, nella nostra professione e nel tessuto economico in cui operiamo.
Quindi, entrambi hanno ragione a sostenere con forza le loro legittime istanze ed è il nostro Consiglio nazionale che deve avere la capacità di portarle avanti, perché entrambe sono la realtà della nostra professione.

Chi ci rappresenta è, come è logico che sia, per sua natura e per sua esperienza professionale, più sensibile a certi temi e meno ad altri, ma è proprio qui che si evidenzia l’utilità di “una squadra” che rappresenti tutte le anime della nostra categoria.
Il Consiglio nazionale ha 21 componenti: un numero spropositato, soprattutto dal punto di vista costi/benefici, ma sicuramente più che sufficiente per analizzare e impegnarsi ad ampio raggio su tutte le istanze della categoria; ci sono ancora poco meno di due anni prima della fine del mandato, un periodo più che sufficiente per dimostrarci che tutta la squadra è utile alla categoria.

Se così non dovesse essere, qualcosa deve responsabilmente essere cambiato.


Anna Faccio
Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Vicenza

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