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OPINIONI

Tre paletti per rilanciare la credibilità dei rapporti tra Fisco e contribuenti

Tre certezze per una nuova stagione: certezza di non poter fare più provvedimenti di spesa a debito, dei diritti e dei doveri dei contribuenti

/ Claudio SICILIOTTI

Mercoledì, 27 aprile 2011

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Pubblichiamo l’intervento di Claudio Siciliotti, presidente del Consiglio Nazionale dei Dottori commercialisti e degli Esperti contabili.

Nel Documento di Economia e Finanza, presentato la scorsa settimana dal premier Silvio Berlusconi e dal Ministro dell’Economia Giulio Tremonti, il Governo si è impegnato ad introdurre nella Costituzione il vincolo della disciplina del bilancio.
Nel documento si legge infatti che, se è indubbio che l’art. 81 della Costituzione già impone di indicare i mezzi con i quali far fronte ai nuovi oneri di cui lo Stato si fa di volta in volta carico, ciò “non ha impedito di fare crescere in Italia il terzo, ora forse il quarto debito pubblico del mondo”.
Per questo sarà presentato e discusso in Parlamento un appropriato testo di riforma costituzionale.

La proposta del Governo ci sembra opportuna e ci trova d’accordo.
Essa è peraltro in linea con quanto proposto dai commercialisti italiani, in occasione dell’ultimo congresso nazionale, svoltosi lo scorso ottobre 2010 a Napoli, quando è stato presentato un disegno di legge per elevare al rango di legge costituzionale lo Statuto del contribuente e per prevedere maggioranze parlamentari rafforzate, rispetto al mero 50% più uno dei consensi, per il varo di leggi di condono fiscale.

Dopo anni, per non dire decenni, di politiche economiche e fiscali condotte nel nome del consenso elettorale sul lato della spesa e delle pure esigenze di cassa sul lato delle entrate, è positivo che la politica stessa si renda conto di quel che anche i commercialisti italiani ritengono da tempo: serve un atto di umiltà collettiva da parte dell’intero corpus sociale e, quindi, la volontaria fissazione di una serie di regole indisponibili dalla maggioranza politica di turno e rimesse quindi al più elevato rango costituzionale.
Nell’ambito dei tavoli convocati dal Ministro Tremonti per la riforma fiscale, abbiamo posto la questione, trovando sostanziale condivisione di molte delle parti sociali presenti al tavolo.
La maggiore attenzione è stata suscitata dalla proposta che mira a limitare la promulgabilità di condoni fiscali alle sole circostanze in cui si determini una convergenza parlamentare particolarmente ampia, ma ciò è dovuto alla maggiore evocatività del tema, rispetto a quello assai più tecnico dello Statuto del contribuente.

L’attesa di condoni va trasformata in evento altamente improbabile

La certezza di non poter fare più provvedimenti di spesa a debito; la certezza dei diritti dei contribuenti, garantiti dall’apposito Statuto; la certezza dei doveri dei contribuenti, trasformando l’attesa di possibili condoni futuri, da evento statisticamente probabile su base storica (che, in quanto tale, spinge a tentare la sorte con comportamenti attendistici che spingono verso l’evasione fiscale un’ampia platea di soggetti che viceversa non lo farebbe), ad evento altamente improbabile su base politica e legislativa.
Sono tre paletti importanti che possono davvero rilanciare la credibilità dei rapporti economici tra Stato e cittadino e che auspichiamo trovino da parte del governo e dell’opposizione una appoggio trasversale, ma anche unitario nell’insieme delle singole proposte.

Per una nuova stagione dei diritti e dei doveri.

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