Per le provvigioni passive, rileva l’esecuzione del contratto
L’imputazione temporale deve seguire il principio di correlazione costi-ricavi
La Corte di Cassazione si è recentemente pronunciata in merito al controverso problema della corretta imputazione, ai fini fiscali, delle provvigioni corrisposte agli agenti di commercio, confermando l’orientamento espresso in merito dall’Amministrazione finanziaria.
Per individuare l’esercizio di competenza fiscale delle provvigioni c.d. passive, occorre, in primo luogo, definirne il corretto trattamento contabile.
Per l’impresa preponente, l’applicazione del principio di competenza economica (art. 2423-bis comma 1 n. 3 e 4 c.c.) comporta l’iscrizione dei ricavi derivanti dalle vendite e dalle prestazioni procurate per effetto dell’attività dell’agente all’atto della spedizione/consegna o stipulazione dell’atto (se oggetto ...
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