Definiti criteri e modalità attuative per gli incentivi all’autoimprenditorialità
I contributi del DL «Coesione» riguardano le iniziative economiche intraprese da giovani under 35 disoccupati o svantaggiati
Con il DM 11 luglio 2025, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 193/2025, sono stati definiti i criteri e le modalità attuative dei due incentivi all’autoimprenditorialità denominati “Autoimpiego Centro-Nord Italia” e “Resto al Sud 2.0.”, introdotti rispettivamente dagli artt. 17 e 18 del DL 60/2024 (DL “Coesione”).
Sotto il profilo applicativo le due misure si distinguono per lo più per una diversa destinazione geografica e per i maggiori importi previsti per le Regioni del Mezzogiorno.
In entrambi i casi, gli incentivi riguardano le iniziative economiche per l’avvio di attività di lavoro autonomo, imprenditoriali e libero-professionali, in forma individuale o societaria (snc, sas, srl e cooperative), comprese quelle che prevedono l’iscrizione a ordini o collegi professionali (anche nella forma di società tra professionisti).
Risultano soggetti destinatari i giovani under 35 che, alternativamente:
- risultano inoccupati, inattivi o disoccupati, ivi inclusi coloro che si trovano in condizione di marginalità, di vulnerabilità sociale o di discriminazione, così come definita dal Piano nazionale Giovani, donne e lavoro 2021-2027 (PNGDL);
- disoccupati destinatari delle misure del programma di politica attiva Garanzia di occupabilità dei lavoratori (GOL).
Tecnicamente, gli incentivi consistono in un voucher in regime de minimis, non soggetto a rimborso, utilizzabile per l’acquisto di beni, strumenti e servizi per l’avvio delle attività finanziabili, per un importo pari al 100% dell’investimento da realizzare e nel limite massimo di 30.000 euro, per le iniziative previste dall’Autoimpiego Centro-Nord Italia (se le sedi operative sono ubicate nelle Regioni Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige, Emilia Romagna, Toscana, Lazio, Umbria e Marche), ovvero 40.000 euro nel caso di “Resto al Sud 2.0” (se le sedi operative sono presenti in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia).
Nel caso di acquisto di beni e servizi innovativi, tecnologici e digitali o di beni diretti ad assicurare la sostenibilità ambientale o il risparmio energetico, l’importo massimo del voucher è di 40.000 euro, che sale a 50.000 euro per i beneficiari di “Resto al Sud 2.0”.
In alternativa, è possibile beneficiare di un aiuto in regime de minimis per programmi di spesa di valore non superiore a 120.000 euro, consistente in un contributo a fondo perduto fino al 65% (75% per “Resto al Sud 2.0”) dell’investimento per l’avvio delle attività finanziabili, oppure di un aiuto – sempre in regime de minimis – per programmi di spesa oltre 120.000 euro e fino a 200.000 euro, consistente in un contributo a fondo perduto fino al 60% (70% per “Resto al Sud 2.0”) dell’investimento per l’avvio delle attività finanziabili.
Per completezza, si ricorda che ai sensi dell’art. 18 comma 7 del DL 60/2024 i maggiori importi previsti per “Resto al Sud 2.0” sono riconosciuti anche per le iniziative economiche con sedi operative ubicate nei territori delle Regioni dell’Italia Centrale (Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria) colpite dagli eventi sismici del 2009 e del 2016.
In termini generali, sono ammissibili ai contributi le spese per opere edili relative a interventi di ristrutturazione e manutenzione straordinaria, per macchinari, impianti, attrezzature e arredi nuovi di fabbrica, per programmi informatici e di telecomunicazioni. Sono inoltre ammissibili le immobilizzazioni immateriali (con particolare riferimento all’acquisizione di competenze per lo sviluppo di prodotti e servizi tecnologici e informatici, alla ideazione e realizzazione di marchi e denominazioni), nonché le consulenze tecnico-specialistiche finalizzate alla progettazione e sviluppo di soluzioni innovative, allo sviluppo, realizzazione e testing di prototipi, modelli, stampi e matrici, nonché all’ottenimento di certificazioni ambientali e/o energetiche.
Sono invece escluse le spese relative a consulenze per la predisposizione della domanda di agevolazione e a consulenze legali, fiscali e tributarie.
Operativamente, il DM 11 luglio 2025 prevede poi che le domande di agevolazione – debitamente corredate dalla descrizione dell’iniziativa da avviare – potranno essere compilate esclusivamente on line, utilizzando la procedura informatica messa a disposizione nel sito di Invitalia, previa l’identificazione del compilatore tramite SPID, Carta di identità elettronica (CIE) o Carta nazionale dei servizi (CNS);
Con un decreto di prossima emanazione, il Ministero del Lavoro fornirà ulteriori disposizioni integrative, che riguarderanno, ad esempio, i termini di compilazione e invio delle domande, nonché gli schemi di domanda di accesso alle agevolazioni, di richiesta di erogazione a stato di avanzamento lavori e a saldo, nonché la documentazione da allegare alle domande in questione.
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