Sindaci e revisori sono sotto attacco, ma abbiamo cominciato noi per primi
Gentile Direttore,
era facile prevedere che le continue critiche del Consiglio nazionale ai colleghi che si sono specializzati negli anni nella revisione e nella partecipazione ai collegi sindacali avrebbe avuto, per effetto, la delegittimazione degli stessi; anche l’Unione giovani ha contribuito, ahimè, a dare l’idea che i collegi fossero rendite di posizione (tanti euro e nessun rischio?) da redistribuire senza tener conto della professionalità specifica acquisita.
Mai ho sentito i legali proporre di ripartire gli eccessi di cause in Cassazione o il nostro Ordine gli eccessi di difese fiscali o di tenuta contabilità o presentazione dichiarazioni; mai ho sentito di azioni contro il cumulo rotativo di incarichi a quattro società di revisione, vero ristrettissimo oligopolio, benevolmente cieco dalla Parmalat al San Raffaele.
Se noi per primi pensiamo che la professionalità specifica non vada incentivata, è giusto che questo ridicolo Governo ci prenda in parola e faccia sorteggiare gli incarichi di revisore degli enti locali, e che importa se toccano a chi nulla sa di contabilità finanziaria e di normativa pubblicistica: arriveremo al “gratta e vinci un incarico”.
Se noi per primi disincentiviamo la specializzazione in organi di controllo, è logico che il Governo dichiari che la nostra professionalità è inutile e li riduca fin quasi ad abolirli. Già abbiamo Ordine e Cassa che vedono con estremo sospetto un’attività altamente qualificata come la partecipazione a Consigli di Amministrazione, che dovremmo rivendicare come uno dei nostri punti di forza (l’incompatibilità con l’esercizio del commercio era nata perché i primi commercialisti non facessero i commercianti, certo non contro i membri di CdA).
Roberto Benedetti
Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Genova
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Caro Collega,
le tue considerazioni, per quanto amare, sono senz’altro meritevoli di attenta riflessione.
È però lecito chiedersi anche se, invece, uno degli elementi che non facilitano un’adeguata percezione dell’importanza dell’ufficio di sindaco, da parte della pubblica opinione e delle istituzioni, possa essere stata proprio l’esistenza di alcuni recordman degli incarichi, puntualmente sbattuti sui giornali, con corredo di dubbi, perplessità e inevitabili ironie.
La specializzazione è fondamentale e da incentivare in ogni settore, ma, oltre certe soglie numeriche, l’incarico di sindaco, che non è di struttura come quello del revisore o del consulente, ma strettamente personale al pari dell’ufficio di amministratore, risulta oggettivamente svilito nella sua delicatezza da colui che vi attende in questo modo.
Alla fine, però, la triste verità è che, in questa vicenda del sindaco unico, non risultano decisive né le argomentazioni che sollevi tu, né quelle che ti propongo io.
Sono infatti tutti rispettabilissimi ragionamenti di sistema, mentre qua pare ormai evidente, come ho già scritto (si veda l’editoriale “Con il sindaco unico paghi uno e prendi tre”), che gli unici ragionamenti di sistema che trovano spazio in questo sempre più scalcagnato Paese sono quelli che vertono sulla ricerca di un sistema per fregare il prossimo di turno.
Nel presente caso, noi.
Enrico Zanetti
Direttore Eutekne.Info
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