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LETTERE

Attività professionale e attività extra: perché incompatibili?

Mercoledì, 30 novembre 2011

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Caro Direttore,
qualche mese fa scrissi una lettera, per la quale ebbi un significativo riscontro da parte di colleghi, con la quale invitavo i nostri Organi direttivi e rappresentativi a muovere le acque per la rimozione del divieto di svolgimento di attività agricola in parallelo con quella professionale. Il Consiglio nazionale si pronunciò quasi immediatamente per confermare tale divieto assoluto.

Oggi, mai come prima, dopo le bastonate estive e autunnali di un Legislatore per certi versi nemico, la scarsa considerazione di cui godiamo e le reali prospettive lavorative (per le quali anche studi avviati e formati da cinquantenni rischiano grosso), si rende necessaria una revisione del sistema ordinistico affinché possano essere legittimamente consentite attività il cui svolgimento non determina particolari criticità con quella professionale.

La ricchezza di tante famiglie, soprattutto nella mia zona (Brescia), è stata resa possibile in passato dallo svolgimento di attività integrative a quella di lavoro dipendente, così come dalla diversificazione produttiva e dall’impegno su più fronti per molti imprenditori. Perché non rendere possibili meccanismi di questo genere anche per la nostra categoria? Meglio avere commercialisti che si dividono fra lo studio e il campicello (l’unica attività che oggi può dare certezze) che professionisti puri, in mutande e lamentosi.


Alberto Papa
Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Brescia

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