La formazione professionale continua da obbligo a opportunità
Egregio Direttore,
come sappiamo, scaduto l’obbligo formativo per il triennio 2008-2010, i Consigli degli Ordini locali si sono adoperati per esperire gli adempimenti che la legge e i regolamenti in materia prevedono. Tutte queste attività, volte alla verifica della regolarità nell’assolvimento dell’obbligo formativo, hanno rappresentato senza dubbio un gravoso impegno per i Consigli degli Ordini che, inevitabilmente, ha sottratto risorse, quantomeno in ordine al tempo impiegato, che potevano essere indirizzate a favore dei colleghi virtuosi in regola con la FPC.
Mi domando, quindi, se non sarebbe opportuno inserire un effetto premiante per chi è in regola con la FPC, accanto all’apparato sanzionatorio in vigore che, se pur giusto, è stato in questa prima tornata di controlli, in cui l’azione disciplinare è ancora esercitata dai Consigli degli Ordini locali, quantomeno elemento di un ulteriore allontanamento dall’Ordine per i colleghi non in regola con l’obbligo formativo.
A mio modesto parere, in tema di formazione continua, facendo tesoro delle esperienze maturate in questa prima fase, è possibile operare modifiche e miglioramenti che si pongano come obiettivo una maggiore utilità percepita dall’utenza nell’assolvere l’obbligo in oggetto, e una migliore coesione della categoria nel suo complesso.
Mi domando se, in un mondo che predilige sicuramente la specializzazione in delimitate aree professionali e non la superficiale conoscenza di tutto lo scibile, veramente enorme, oggetto della nostra professione, non si possa scegliere – limitando la formazione generale ad un minimo, ad esempio, di 15 crediti annui sempre ragguagliati al triennio – un percorso formativo triennale organico e specialistico. Ovvero conseguire nell’arco di tutto il periodo formativo una sorta di specializzazione in una determinata area/materia specifica, naturalmente al puntuale conseguimento dei rimanenti 15 e più crediti annui nel triennio.
Tale percorso formativo specialistico potrebbe, inoltre, essere ulteriormente approfondito nei trienni successivi.
L’esperienza acquisita dagli Ordini nell’organizzazione di corsi/eventi e il prezioso, prestigioso e puntuale contributo offerto dal CNDCEC nell’organizzazione degli stessi facilmente supporterebbero una programmazione organica specialistica triennale, magari su base regionale o interregionale.
Tale meccanismo avrebbe, a mio modesto parere, un effetto motivazionale volto al conseguimento dell’obbligo formativo ben più alto, in tutti i sensi, rispetto alla deprecata “minaccia” dell’applicazione delle sanzioni disciplinari.
Si potrebbero formare degli elenchi di esperti certificati dagli Ordini nelle determinate aree e rendere gli stessi pubblici. La formazione professionale continua così, oltre a giusto obbligo, diventerebbe per molti una nuova opportunità.
Marco Santoni
Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Viterbo
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