Il debito pubblico è il vero problema del Paese: diciamolo chiaro almeno noi
Egregio Direttore,
leggo sempre con piacere Eutekne.Info e in questi ultimi giorni ho particolarmente apprezzato gli editoriali. Ho letto commenti amari e quasi sarcastici sulla situazione ormai più che surreale nella quale, nostro malgrado, ci troviamo, assolutamente condivisibili.
Sembra quantomai chiaro a tutti che i “salvatori” dell’Italia stanno perdendo la bussola. La recessione diventa sempre più pesante, il famigerato spread è tornato a crescere, così come le prese di posizione ribassiste sui titoli delle imprese quotate in borsa. E questo nonostante l’impressionante serie di manovre finanziarie che sta svuotando le tasche degli italiani, l’instaurazione di uno stato di polizia e dell’Inquisizione fiscale con il suo (non gradito) contorno di adempimenti inutili, complessi e ripetitivi a carico dei commercialisti. Sì, lo dico chiaramente, a nostro carico e non dei contribuenti, perché non è pensabile ribaltare il costo degli oneri aggiuntivi sui nostri clienti laddove, oggi, pur di non perderli stiamo addirittura autoriducendoci gli onorari.
Altro che semplificazioni, altro che tariffe minime, altro che connivenza con gli evasori.
Altro che chiacchere. I fatti sono sotto gli occhi di tutti.
Abbiamo contribuito, attuando operativamente il Fisco telematico, a sgravare lo stesso Fisco da una mole di lavoro enorme, ci siamo battuti contro le cartelle pazze, le norme cervellotiche, i 740 “lunari”, gli abusi di Equitalia, cercando con tonnellate di pazienza di risolvere i problemi ricorrendo solo come extrema ratio all’instaurazione del contenzioso.
Le problematiche fiscali e tributarie ci hanno addirittura distolto dalla vera missione della nostra professione, che è quella di aziendalisti. Cosa abbiamo avuto in cambio? Nulla. Anzi, se possibile, ancora meno considerazione e tanti, tanti problemi.
Ciò non giova a noi e nemmeno al Paese.
È del tutto assurdo che, negli ultimi mesi, i professionisti dell’area economico-giuridica di questo Paese non abbiano avuto un ruolo nell’assunzione delle decisioni in materia fiscale e di diritto societario.
Infatti, se fossimo stati interpellati, non si sarebbe verificato quanto oggi succede.
Ma è inutile dirlo ai professori/banchieri, che vanno diritti per la loro strada perseguendo fino alla fine i loro progetti per il bene del Paese.
Spero solo che, alla fine, questi progetti includano importanti interventi per risolvere il vero problema del Paese per il quale, tuttavia, finora nulla è stato fatto.
Mi riferisco alla riduzione del debito pubblico.
Se ci pensate bene, vi renderete conto che fino ad oggi si è agito solo per ridurre le spese e aumentare le entrate. Si tratta di un’ottica di mero contenimento del disavanzo corrente, che nulla ha a che vedere con la riduzione del disavanzo pregresso cumulato nel debito. Eppure il debito incide pesantemente, in termini di interessi, anche sulle spese e gli interessi stanno risalendo in funzione dello spread.
Chi lo dice ai professori?
Intanto diciamolo fra noi, cominciamo ad alzare la testa e rivendicare il nostro ruolo e l’autorevolezza delle nostre opinioni. Compatti, facciamo fronte comune a difesa della nostra professione e delle nostre idee, superando le sterili e ormai anacronistiche polemiche interne che finora ci hanno zavorrato.
Poi diciamolo ai cittadini.
Qualcosa succederà e, se sarà anche grazie a noi, la gente ce ne renderà merito e ci rispetterà ancora di più.
Marcello Murabito
Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Catania
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