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Domenica, 8 giugno 2025

LETTERE

Spending review? Ecco alcuni punti su cui risparmiare e altri su cui investire

Sabato, 5 maggio 2012

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Caro Direttore,
leggo sempre con grande interesse e piacere i tuoi editoriali su Eutekne.Info.

Traggo allora spunto dall’articolo in materia di spending review (si veda “Per la spending review, anche lo Stato deve mettere qualcosa sul piatto” del 1° maggio), letto mentre mi trovavo in studio a chiudere bilanci, nonostante fosse il 1° maggio, giorno di festa per i lavoratori.

Intanto il nome: cosa vuol dire esattamente spending review? Io lo so, o penso di sapere, ma quanti italiani lo sanno? Perché non parliamo in italiano? La critica non è a te, ma a coloro (politici e giornalisti) che, forse per vezzo, introducono ogni giorno termini di difficile comprensione pur in presenza di un analogo e più comprensibile termine italiano.
Non si poteva chiamare “eevisione della spesa pubblica” o, meglio ancora, “risparmio sugli sprechi pubblici”?
Non pensi anche tu che la gente normale abbia il diritto di capire di cosa si parla? Tantopiù che si dice sia necessario riavvicinare la politica alla gente.

Vengo al dunque e, dopo le critiche al sistema, provo a “costruire” e indicare, molto umilmente, i primi punti che mi vengono in mente su cui si potrebbe risparmiare e altri su cui, invece, si dovrebbe investire.

Difesa: quanto spendiamo ogni anno in armamenti? Non è possibile comprare meno armi? Io ho fatto il militare e ricordo le ore, i giorni e i mesi a non fare niente.
Con tutti i boschi sporchi che abbiamo, con tutte le zone non presidiate che diventano discariche abusive, con tutti i quartieri insicuri delle nostre città, non si potrebbero impiegare i militari in servizi utili, invece di farli giocare alla guerra?
Un giovane che, per un anno della sua vita, pulisce i fossi delle strade, i boschi e le spiagge, forse, quando un giorno avrà finito la leva (che bisognerebbe re-introdurre per questi scopi di educazione civica) e si troverà in giro con la fidanzata, magari non butterà dal finestrino la lattina della Coca-cola, ma la conserverà in macchina e a casa la riporrà nel pattume o magari, in spiaggia al mare, non getterà il mozzicone della sigaretta a terra.

Salute: quanto ci costa ogni anno, in termini di ricaduta sui prezzi dei farmaci, lo spreco che si fa degli stessi? Perché quando ci ammaliamo e dobbiamo prendere “2 pastiglie al dì per 5 giorni” (cioè 10 pastiglie), dobbiamo comprare una scatola che ne contiene 12 o 24?
Il corpo umano ha una forza di guarigione endogena che ci viene dalla natura stessa. Molti malanni guariscono da soli, basta avere un po’ di pazienza. Perché dobbiamo assumere farmaci per ogni acciacco, anche se banale? Perché non si investe nell’informazione medica del risparmio

Scuola: perché ogni anno dobbiamo acquistare libri nuovi? Io ho due figli che, a distanza di due anni, hanno fatto entrambi il liceo classico (ma il discorso vale anche per le medie inferiori); stessa scuola, stessa sezione, stessi insegnanti. 
Perché, allora, ho dovuto comprare due volte la Divina Commedia o il libro con le versioni di Lucrezio? Qualcuno ha forse riscritto L’inferno o il De rerum natura? Quanti soldi buttiamo? 

Giustizia: possibile che non si riesca a trovare il modo di accorciarne i tempi? Tempi che, così dilatati, non fanno che far lievitare a dismisura i costi in relazione alla scarsa efficienza. Se un’azienda (la Giustizia) ha costi fissi annui (stipendi dei magistrati e del personale ausiliario) per 100 e produce mediamente 100 prodotti (le sentenze) in 5 anni, il costo medio di ogni prodotto è 500/100 = 5.
Se, a parità di costi fissi, i 100 prodotti si producono in 2 anni, il costo è 200/100 = 2.
Sbaglio? 

Energia: abbiamo un Meridione con tanti problemi, ma anche con tanto sole e vento. Ma allora, nelle zone della Calabria e della Campania balzate alle cronache per essere state contaminate da scarichi tossici di ogni tipo (amianto, fanghi industriali e così via), non si potrebbero mettere impianti solari per produrre energia? Abbiamo forse paura di “degradare” esteticamente quelle zone? Non sono già abbastanza degradate? Chi ci andrà mai a fare qualcosa per i prossimi 100 anni in zone con amianto o altre porcherie simili?

Arte e cultura: abbiamo il patrimonio artistico più grande e importante del mondo. All’estero capita di andare a visitare un museo tanto rinomato per scoprire che vi sono appena 4 quadri in croce (magari di artisti italiani) e, nonostante ciò, sono stati così bravi da inventarsi un giro d’affari enorme.
In Italia, a parte il patrimonio che già conosciamo e che non sfruttiamo, basta scavare per terra e troviamo qualcosa.

Turismo: abbiamo un patrimonio turistico invidiato da tutto il mondo; vi sono zone del nostro Paese i cui abitanti possiedono, da generazioni, il DNA dell’ospitalità e dell’efficienza (penso alla riviera romagnola), hanno lo spirito e l’allegria che tanto piace alle persone straniere in vacanza (penso a Roma, Napoli ma soprattutto ai romani e napoletani), abbiamo chilometri e chilometri di mare stupendo (Sardegna, Sicilia, Basilicata, Puglia e Calabria), abbiamo le Dolomiti, abbiamo le città d’arte.
Cosa ci manca allora?
Ci manca una classe dirigente umile e laboriosa, una classe dirigente che pensi alla res publica e non alla res privata, che si ponga come modello di onestà ed etica per i cittadini a cui chiede voti, e ci manca un senso civico generale che ponga l’interesse pubblico allo stesso livello di quello privatistico.

Ai nostri attempati politici/tecnici dico che la situazione nella quale ci troviamo ora ha, per molti aspetti, tante similarità a periodi storici pre-dittatoriali già vissuti e, pertanto, ci vuole il coraggio di saper riconoscere le proprie responsabilità di fronte agli sbagli commessi, lasciando spazio ad altri e a nuove idee prima che il Paese possa prendere, malauguratamente e inaspettatamente, “direzioni peggiori e forse pericolose per tutti”.


Paolo Manzoni
Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Bologna

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