Nuovo redditometro con spese a «fasatura variabile»
Si considera l’importo più alto tra quello risultante dall’Anagrafe tributaria e quello determinato in base ai dati ISTAT o da studi socio-economici
Come se non bastassero i coni d’ombra che attualmente caratterizzano il nuovo “redditometro” quanto alle modalità di ricostruzione del reddito sintetico, il decreto ministeriale del 24 dicembre scorso giunge addirittura a prevedere espressamente che le elaborazioni matematico-statistiche a supporto delle presunzioni possano essere disattese dall’Ufficio.
Si presti attenzione al fatto che non si sta parlando della ricostruzione “alternativa” fondata sulla totalizzazione delle spese (di cui al quarto comma dell’articolo 38) rispetto a quella “induttiva” (di cui al successivo quinto comma), bensì di una possibile “giravolta” interna al procedimento di ricostruzione mediante la valorizzazione indicizzata degli acquisti di beni e servizi.
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