ACCEDI
Sabato, 15 marzo 2025 - Aggiornato alle 6.00

FISCO

Divieto di abuso anche nel processo tributario

Per la Suprema Corte è legittimo il rifiuto del Fisco all’istanza di definizione della «falsa» lite pendente

/ Alessandro BORGOGLIO

Giovedì, 3 ottobre 2013

x
STAMPA

download PDF download PDF

La presentazione di un ricorso introduttivo, dopo oltre cinque anni dall’intervenuta definizione dell’accertamento, finalizzata soltanto a creare il presupposto per la definizione agevolata della “lite pendente” costituisce una forma di abuso del processo, che legittima il diniego dell’Ufficio all’istanza definitoria avanzata dal contribuente. È quanto stabilito dalla Suprema Corte, con la sentenza 22502 di ieri.

Un contribuente aveva ricevuto un avviso di accertamento nel 1997, che era divenuto definitivo per mancata impugnazione. A fine 2002, quindi a distanza di cinque anni, il contribuente presentava un ricorso introduttivo avverso tale atto e successivamente l’istanza di definizione della lite pendente, istituto allora appena introdotto dall’art.

...

CONTENUTO RISERVATO AGLI ABBONATI

ABBONANDOTI POTRAI AVERE UN ACCESSO
ILLIMITATO A TUTTI GLI ARTICOLI
ACCEDI

Non sei ancora un utente abbonato
e vuoi saperne di più?

TORNA SU