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LETTERE

Obblighi antiriciclaggio da eliminare

Venerdì, 27 giugno 2014

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Gentile Redazione, 
diciamolo chiaramente: è stato un grave errore sollecitare ed accettare i compiti in materia di antiriciclaggio per la nostra categoria. Accreditarsi come cultori della legalità fiscale – fatto doveroso – è una cosa, svolgere compiti di polizia valutaria è un’altra.

La lotta al riciclaggio è sicuramente una delle priorità del contrasto alla criminalità economico-finanziaria. Mi pare lampante, però, il disagio di tutti i colleghi per una legislazione che affida ai professionisti, mentalmente predisposti e formati per svolgere attività di consulenza e assistenza tributaria, compiti di polizia cui altri soggetti sono preposti.
Un’attività, peraltro, che rischia di rivelarsi un doppione di quella che già svolgono gli istituti bancari, in tema di adeguata verifica dei correntisti e segnalazione di operazioni sospette.

Trovo che costituisca un grave errore pensare che la lotta al riciclaggio possa proficuamente svolgersi negli studi professionali, imponendo ai commercialisti fastidiosi adempimenti formali di censimento dei propri assistiti e valutazione nel merito delle operazioni poste in essere dalla clientela. Le violazioni di norme valutarie risultano già segnalate dagli intermediari finanziari ed eventuali ipotesi di riciclaggio difficilmente trovano riscontro nelle contabilità delle aziende, nelle quali confluiscono soltanto le operazioni ufficiali.
Di quel che accade al di fuori delle regole, il commercialista nella stragrande maggioranza dei casi non è al corrente. Prova ne sia il ridottissimo numero di segnalazioni effettuate a livello nazionale.
Pare evidente, pertanto, che la norma debba essere radicalmente rivista se non del tutto eliminata.

È uno di quei temi che mi auguro di trovare tra le priorità del nuovo Consiglio Nazionale.


Massimo Conigliaro
Presidente ODCEC Siracusa

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