Le società a capitale pubblico dovrebbero compilare un’apposita sezione del Siquel
Gentile Redazione,
prendo spunto dai suggerimenti del collega di Trani (si veda “Serve una piattaforma gestionale contabile unica per gli enti locali”), che evidentemente sente, come tutti, il peso degli adempimenti inutili.
Non voglio entrare nel merito di cosa sia opportuno fare per semplificare la nostra vita di revisori negli enti locali: purtroppo tutto ha un senso politico, specie laddove vorremmo che le cose funzionassero in altro modo e meglio.
Per il resto, tutti sanno già tutto, in particolare Ministero e Corte dei Conti. Tanto che la Corte spesso segnala incongruenze tra i dati inseriti nel questionario SIQUEL e quelli già in suo possesso (tramite le banche dati del Ministero).
Dal che potremmo argomentare a lungo sull’effettiva utilità dei questionari.
Aderisco totalmente all’ipotesi di obbligare le società a capitale pubblico a compilare un’apposita sezione del questionario, che già oggi esiste, ma che viene demandata al revisore, che in questo modo resta il principale responsabile della correttezza dei dati inseriti.
La Corte dei Conti capisce perfettamente il problema e per questo guarda con indulgenza i dati che riceve, spesso incompleti se non addirittura errati: ma se poi dovessero insorgere problemi, la responsabilità resta del revisore.
Allora è giusto che i legali rappresentanti di queste società, spesso pagati a loro insaputa (nel senso che non sanno cosa stanno facendo, conoscendo solo il compenso assegnato), si assumano questa piccola responsabilità.
Nel frattempo, i colleghi che non ricevono i dati possono sempre (in realtà devono) chiudere il questionario segnalando che non hanno ricevuto i dati richiesti: così ognuno ha la sua piccola parte di responsabilità.
Tornando al questionario, bisogna intervenire anticipando il SIQUEL al momento della formazione delle nostre relazioni e dei nostri pareri su bilanci consuntivi e preventivi.
Se la Corte dei Conti avesse la disponibilità a pubblicare le linee guida dei questionari prima delle relazioni (anziché molto dopo), avremmo un impatto straordinario in termini di efficacia ed efficienza sul nostro lavoro.
Piuttosto che caricare almeno due volte i dati nelle relazioni (sempre più faticose) e nei questionari (più faticosi ancora), potremmo semplicemente allegare alle relazioni i questionari e concentrare il nostro lavoro sulla parte finale dedicata a rilievi, osservazioni, suggerimenti e al parere conclusivo.
In questo modo daremmo, in modo univoco, il miglior supporto informativo a tutti i destinatari delle relazioni e, al tempo stesso, avremmo molte più energie e risorse da dedicare a controlli che troppo spesso restano relegati tra le buone intenzioni.
Sergio Moretti
Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Ancona
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