La Cassazione delimita il «profitto» della sottrazione fraudolenta
Sequestro per equivalente in funzione della successiva confisca anche per la «prima casa», non rilevando le limitazioni di cui all’art. 76 del DPR 602/73
È il sequestro per equivalente del profitto di reati tributari, come sempre più spesso accade, il filo conduttore di quattro sentenze depositate ieri dalla Suprema Corte.
Le sentenze nn. 10187/2015 e 10214/2015, innanzitutto, sottolineano come l’oggetto giuridico del reato di sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte (art. 11 del DLgs. 74/2000) non sia il diritto di credito del Fisco, ma la garanzia generica data dai beni dell’obbligato (Cass. n. 36290/2011). Di conseguenza, la consumazione del reato non presuppone, né, di per sé, prova, l’integrazione di delitti in materia di dichiarazione fiscale. Non può, inoltre, farsi luogo al sequestro finalizzato alla confisca per equivalente quando i beni fraudolentemente sottratti siano stati interamente recuperati mediante ...
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