Bancarotta per l’amministratore che si autoattribuisce i compensi
Ribadita l’integrazione della bancarotta per distrazione, e non preferenziale, con inapplicabilità anche della non punibilità per particolare tenuità
Una recente pronuncia della Suprema Corte (la n. 11405/2015) torna sul tema del reato configurabile (bancarotta fraudolenta per distrazione o preferenziale) in capo all’amministratore di una società fallita che, in precedenza, si sia “autoattribuito” compensi, riproponendo la soluzione di maggior rigore; conclusione difficilmente condivisibile, soprattutto se correlata alla ricostruzione, pressoché univoca, della bancarotta fraudolenta per distrazione come reato di mero pericolo.
La questione è rilevante e di attualità. Rilevante perché, si ricorda, la bancarotta fraudolenta per distrazione, ex artt. 223 e 216 comma 1 n. 1 del RD 267/42, punisce gli amministratori con la reclusione da tre a dieci anni, mentre la bancarotta fraudolenta preferenziale, ex artt. 223 e 216 comma ...
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