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Non si commette il reato di patrocinio infedele nell’esecuzione esattoriale

Per la Suprema Corte, si versa nell’ambito di un’attività esecutiva svolta dalla P.A. e non in un procedimento pendente dinanzi all’autorità giudiziaria

/ Stefano COMELLINI

Venerdì, 8 luglio 2016

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Secondo la Cassazione (sentenza n. 28309, depositata ieri), l’infedeltà del patrocinatore nel corso dell’esecuzione esattoriale non integra la fattispecie di patrocinio infedele (art. 380 c.p.).
Si tratta del reato – punito con la reclusione da uno a tre anni e con la multa non inferiore a 516 euro – del patrocinatore o del consulente tecnico, che, rendendosi infedele ai suoi doveri professionali, arreca nocumento agli interessi della parte da lui difesa, assistita o rappresentata dinanzi all’autorità giudiziaria o alla Corte penale internazionale. Il bene protetto dalla norma è un limite minimo di certezza e lealtà nell’operato del difensore (e del consulente tecnico), il quale, pur nell’ambito e nel rispetto del ruolo che ricopre, è chiamato a collaborare con

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