La fattura elettronica, obbligatoria dal 2019, è un’opportunità da quest’anno
Caro Direttore,
da anni perseguo l’obiettivo di accompagnare imprenditori e professionisti a una digitalizzazione consapevole delle procedure amministrative. Lo scopo che mi sono prefisso è quello di far comprendere ai miei interlocutori che ogni cambiamento comporta sempre un costo, ma che il miglior modo per affrontare una mutazione è sempre quello di impegnarsi a trasformare l’onere iniziale in una successiva opportunità.
La fatturazione elettronica (FE) in formato strutturato XML rappresenta la prua del rompighiaccio che in questa nuova era riesce ad aprire il passaggio a Nord Ovest. L’adozione della FE è quindi solo il primo passo per le transazioni in tempo reale attraverso la digitalizzazione dei flussi informativi: dall’ordine al fornitore all’incasso dal cliente.
Alla prima domanda del collega Tortarolo rispondo dicendo che il film cui si riferisce è quello del realismo amministrativo; alla seconda domanda ho già risposto nell’incipit: dal primo giorno utile ho accompagnato i miei clienti nei processi di fatturazione elettronica prima verso la P.A. (B2G) e poi dal 1° gennaio 2017 anche verso privati con e senza partita IVA (B2B e B2C).
Comprendo tutte le argomentazioni portate dal collega a dimostrazione delle difficoltà che ha incontrato nella gestione contabile del ciclo passivo, ma non si può limitare l’analisi della FE ai soli aspetti problematici dell’imputazione contabile, senza richiamarne e apprezzarne tutti gli altri aspetti indubbiamente positivi; aspetti ben noti ed esposti su Eutekne.info (si veda “Dall’avvio della fatturazione elettronica vantaggi per tutte le parti coinvolte” del 28 ottobre).
Dal 1° gennaio 2019 e per qualcuno anche prima, la nuova legge di bilancio in discussione alle Camere renderà obbligatoria la fattura elettronica per tutti gli operatori economici italiani. Tuttavia, già dal 1° gennaio 2017, la normativa del nostro Paese, che spesso critichiamo, ha consentito agli stessi operatori economici di cogliere la straordinaria opportunità di emettere FE in formato XML verso chiunque, operatori con e senza partita IVA (B2B e B2C).
Chi, come il collega Braga e come me, sin dal 1° gennaio 2017 non ha avuto timori, ha dato fiducia al legislatore e ha iniziato subito a emettere esclusivamente FE, si è trovato poi nelle condizioni di poter evitare di compilare lo spesometro semestrale e altrettanto sarà per il secondo semestre del 2017.
Probabilmente questo vantaggio da solo sarebbe sufficiente per controbilanciare ampiamente l’innegabile onere iniziale di impostare la nuova procedura (formato XML, invio al Sistema di Interscambio, verifica di accettazione e conservazione digitale), peraltro già sperimentata dal 6 giugno 2014 per la FE verso la P.A. (B2G).
Tuttavia, il vero vantaggio competitivo che sovrasta e supera ogni altro vantaggio, anche quelli previsti dal DLgs. 127/2015, di cui ha goduto chi ha iniziato subito a emettere FE in formato XML, si è manifestato nell’accrescimento di credibilità professionale da parte dei propri clienti, che hanno ricevuto (nella posta elettronica ordinaria) una mail che forniva loro le credenziali (indirizzo mail, ID e PW) per accedere a un portale dal quale scaricare le fatture in formato XML, come a volte era già stato chiamato a fare per ottenere le fatture delle multiutilities, e in più con la possibilità di accettarle o rifiutarle.
Allo stato attuale è innegabile che gli ardimentosi che da inizio 2017 hanno iniziato a emettere solo FE in formato XML hanno dovuto ricorrere ad alcuni accorgimenti. A titolo di esempio si può ricordare:
- FE B2B: per evitare ai propri clienti di ricevere fastidiose comunicazioni via PEC, è stato necessario ottenere da un provider intermediario informatico un codice destinatario da inserire nel file per un’agevole consegna della fattura;
- FE B2C: oltre a individuare un “contenitore” (PEC o codice destinatario di transito), è stato necessario ricorrere a un’interpretazione estensiva della circolare n. 18/2014 che già allora ammetteva la possibilità di considerare il documento FE per l’emittente e fattura cartacea per il destinatario.
Allo stato attuale quindi, ciò che manca, quanto meno per le fatture B2C, e che si domanda al legislatore, è una chiara e più esplicita definizione delle modalità di conversione del file XML in un formato human readable uniformato e giuridicamente opponibile ai terzi. Qualcosa di più rispetto al foglio di stile già previsto dalle specifiche tecniche della FE.
Alle lamentele del collega in premessa il presidente di Assosoftware Bonfiglio Mariotti ha parzialmente risposto (si veda “Come Assosoftware stiamo testando uno standard di codifica della fattura elettronica”). Con questo mio intervento mi associo a lui e invito tutti i colleghi a non farsi scoraggiare dalle prime difficoltà, proprie di ogni cambiamento, ma di cogliere consapevolmente l’opportunità di recuperare il tempo perduto e iniziare a promuovere immediatamente anche presso i propri clienti, l’utilizzo della fattura elettronica in formato XML.
Giuliano Ravasio
Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Udine
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