Come professionisti dovremmo avere più senso di responsabilità
Gentile Redazione,
Fritz Perls è stato uno dei più importanti psicoterapeuti americani del Novecento, a cui si deve l’aver sintetizzato, nella terapia della Gestalt, un insegnamento fondamentale per lo sviluppo della personalità umana e cioè che la tendenza di incolpare gli altri dei nostri personali fallimenti non solo è assai diffusa, ma soprattutto non contribuisce a indagare in se stessi per trovare le ragioni della mancata crescita, del mancato sviluppo, della mai raggiunta maturità, non nel senso anagrafico del termine.
In altri termini, secondo questa scuola di psicoterapia, non è mai colpa degli altri, ma è sempre colpa di ciascuno di noi se le cose non sono andate come volevamo e non abbiamo fatto abbastanza perché ciò non accadesse.
Credo che a questo punto in tanti si domanderanno cosa c’entra questa storia con un quotidiano che tratta temi di attualità economica e professione.
Tuttavia c’entra eccome, nella misura in cui è frequente che si attribuisca al legislatore, alle Agenzie fiscali, ai clienti, ai nostri competitori e ai nostri rappresentanti la responsabilità dei problemi più pressanti della nostra professione e non si faccia un’analisi sincera su cosa abbiamo sbagliato perdendo per strada prerogative e mercato. E così, di fronte alle lamentele di tanti nostri colleghi, non abbiamo il coraggio di chiederci per primi in cosa abbiamo sbagliato, cosa potevamo fare meglio e perché prima di affermare che è colpa di qualcun altro non ci siamo domandati se non fosse stata prima colpa nostra.
È stato un anno difficile, veramente, adempimenti e termini saltati in corsa, procedure informatiche non negoziate con i professionisti ma con le case produttrici di software, proroghe multiple, insensatezza nelle comunicazioni e tante altre faccende di cui non ha importanza parlare perché ciò che importa veramente è domandarsi: ma noi dove eravamo? A parte a protestare e scrivere comunicati stampa, spesso inascoltati, noi dove eravamo?
A prescindere dai nostri studi, nei luoghi in cui si prendono le decisioni dove eravamo? Dove eravamo quando si decideva in materia di competitività del nostro mercato e noi cercavamo di proporre nuove limitazioni interne, tra colleghi, mentre fuori, all’esterno, si aprivano autostrade battute da gente di ogni tipo?
Voglio fare un augurio, allora, a tutti i colleghi che operano nei settori delle professioni economiche per un nuovo anno che sia felice e carico di senso di responsabilità. Di voglia di anteporre le nostre responsabilità alle ragioni degli insuccessi, nonostante gli sforzi delle nostre istituzioni e rappresentanze, per la riaffermazione del protagonismo dei commercialisti italiani nell’economia italiana.
Francesco Andrea Falcone
Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Taranto
Vietata ogni riproduzione ed estrazione ex art. 70-quater della L. 633/41