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LAVORO & PREVIDENZA

Giurisprudenza dei Paesi europei divisa sull’inquadramento dei rider

Gli Stati Ue nei prossimi tre anni sanno tenuti a implementare alcuni diritti minimi per i gig worker

/ Viviana CHERCHI

Lunedì, 20 maggio 2019

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L’utilizzo di piattaforme digitali che fungono da intermediari tra domanda e offerta di lavoro è diventato sempre più diffuso negli ultimi anni. La rapida crescita del fenomeno ha sollevato, prima all’estero e poi in Italia, un ampio dibattito circa le tipologie di inquadramento contrattuale da adottare per il lavoro a chiamata tramite piattaforma e, in particolare, circa le tutele da accordare ai gig worker.

In Italia, si sono registrati i primi interventi giurisprudenziali in relazione al mercato del food delivery (consegna dei pasti a domicilio) volti a stabilire se i rider siano lavoratori subordinati o autonomi o se, invece, si tratti di un modello nuovo di lavoro, meritevole di un proprio status giuridico e di un apparato normativo ad hoc.

Si ricorda come le decisioni dei giudici ...

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