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LAVORO & PREVIDENZA

Indennità per licenziamento illegittimo in crescita con la discrezionalità

Nella maggior parte dei casi la sentenza n. 194/2018 della Consulta ha avuto forti ripercussioni sulla quantificazione

/ Viviana CHERCHI

Mercoledì, 12 giugno 2019

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Con la sentenza n. 194 dell’8 novembre 2018, la Corte Costituzionale ha indubbiamente inciso sul sistema di tutele del licenziamento previste dal DLgs. 23/2015 (c.d. Jobs Act) per i lavoratori assunti dopo il 7 marzo 2015, caratterizzato da un risarcimento crescente sulla base del solo dato dell’anzianità di servizio.

Sul punto, si ricorda che l’art. 3 di tale decreto, così come modificato dal DL 87/2018 (convertito in L. 96/2018), in presenza di licenziamento illegittimo – salvo casi estremamente residuali di applicazione della reintegra – prevede la condanna del datore di lavoro al pagamento di un’indennità risarcitoria pari a 2 mensilità dell’ultima retribuzione di riferimento per il calcolo del TFR per ogni anno di servizio, partendo da un minimo di 6 e fino

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