Lo smart working per coronavirus non è un obbligo per l’azienda
Per l’attivazione dell’istituto deve sussistere l’incontro della volontà delle parti
Il lavoro agile nelle sei Regioni colpite da coronavirus (COVID-19) non può essere attivato a prescindere dall’incontro della volontà del datore di lavoro e del lavoratore. È solo uno dei chiarimenti forniti ieri nell’approfondimento con il quale la Fondazione studi Consulenti del Lavoro ha provato a far luce sui dubbi emersi circa le conseguenze dell’epidemia sui rapporti di lavoro.
L’art. 1, lett. o) del DL 6/2020, recante “Misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19” – il cui Ddl. di conversione in legge, già approvato dalla Camera, sarà in discussione al Senato il prossimo 4 marzo – ha previsto, tra le misure di contenimento adottabili dalle autorità competenti, la “sospensione o limitazione
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