Dai sindacati nuovo allarme «ingorgo» sulle scadenze di giugno
Le associazioni sindacali dei commercialisti tornano alla carica sul rinvio delle scadenze di fine giugno. Già nelle scorse settimane, tanto il Consiglio nazionale quanto i sindacati di categoria avevano chiesto di spostare tutti i versamenti a fine settembre, consapevoli del fatto che molti contribuenti non sono nelle condizioni economiche di poter far fronte ai pagamenti e che gli studi professionali sono “oberati” da altri adempimenti, su tutti quelli legati alle misure di sostegno varate dal Governo.
Per il momento, l’allarme lanciato un mese fa non ha ancora fatto breccia. Ci sono, però, tante spinte in questa direzione, basti pensare all’emendamento al decreto “Rilancio” sottoscritto da tutti i componenti della Commissione Finanze della Camera, con cui si chiede il rinvio dei versamenti al 30 settembre per i soggetti ISA e per quelli rientranti nel regime forfetario. Secondo alcune indiscrezioni, il Governo starebbe ragionando su questa ipotesi, ma per il momento non c’è ancora nulla di ufficiale e, intanto, la scadenza del 30 giugno si avvicina.
Di qui, il nuovo allarme dei sindacati, che vorrebbero anche evitare la beffa di vedersi arrivare la proroga proprio a ridosso delle scadenze, ovvero quando il calcolo delle imposte è già stato effettuato. L’affollamento di scadenze tributarie, scrivono in un comunicato congiunto le nove sigle sindacali (ADC – AIDC – ANC – ANDOC – FIDDOC – SIC – UNAGRACO – UNGDCEC – UNICO), “rischia di avere ripercussioni gravi su professionisti ed imprese”.
“Oltre alle scadenze di imposte annuali, oltre a quanto è stato rinviato nei mesi di lockdown, in cui comunque gli studi sono stati impegnati nella gestione degli adempimenti connessi alle misure di cassa integrazione e di richiesta di finanziamenti del decreto Liquidità, vengono ora anche a scadenza le misure previste dal decreto Rilancio”.
Secondo le associazioni di categoria, studi professionali e uffici amministrativi potrebbero ritrovarsi “di fronte ad una massa ingestibile di dati da elaborare”. Bisogna, quindi, “prendere atto della grave situazione, già da tempo segnalata e prevedibile, e intervenire tempestivamente, evitando le dispettose ed irrispettose proroghe dell’ultimo minuto”.