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LETTERE

Conoscere per giudicare

Mercoledì, 23 dicembre 2020

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Spettabile Redazione,
sarebbe persino banale e meramente corporativo replicare alla proposta forense di sottoporre i commercialisti a esami di specializzazione per proseguire l’attività che già stanno facendo.

Pensando a mente aperta a quel che serve al nostro Paese, e non per mero corporativismo, credo che sarebbe utile procedere in senso contrario. Non tanto nel pretendere che siano gli avvocati a passare un esame di specializzazione in economia d’impresa (ricordo che il reddito d’impresa parte dal bilancio d’esercizio, e se non si conosce il bilancio d’esercizio non si può conoscere di reddito d’impresa), ma nel pretendere quel che veramente servirebbe per rendere la giustizia tributaria all’altezza della situazione.

Ovvero che il collegio giudicante presso la sezione tributaria della Corte di Cassazione sia composto – almeno in parte, per iniziare – da giudici che abbiano una compiuta preparazione economica.
In via temporanea, si potrebbe inserire nel collegio giudicante un dottore commercialista per esaminare le cause in cui si discute di azienda (che sia in materia di imposte sul reddito o di registro) o, ancor di più, di prezzi di trasferimento (materia che di fiscale e di diritto non ha nulla, ma è solo prettamente economica).

A me, laureato in economia aziendale, e testimone di centinaia di trattative tra privati per la compravendita di aziende, ha sempre fatto un certo effetto che a giudicare di fiscalità di queste operazioni, o a giudicare di stabile organizzazione e dei suoi contorni, siano persone coltissime sul piano legale ma totalmente avulse da conoscenze economiche, teoriche e pratiche.


Giampiero Guarnerio
Consigliere ODCEC Milano

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