Le partecipate extra-Ue complicano la liquidazione della sub-holding estera
Il quadro, già di per sé complesso, diventa oltremodo impegnativo considerando anche le norme convenzionali e le discipline antielusive
La semplificazione di una struttura di gruppo, volta a portare le partecipate in bonis (di seguito, OP) residenti in un Paese estero (PAESE 2) direttamente sotto il controllo della holding italiana (di seguito HOLD-ITA, qui assunta società di capitali), così eliminando la propria subholding storica (di seguito, SUBHOLD) residente in un terzo Paese (PAESE 1), è operazione di notevole complessità, almeno nel momento in cui l’obiettivo è realizzato, per scelta o per necessità, tramite la liquidazione di quest’ultima.
In tale ipotesi, peraltro, le variabili e l’impegno nella loro analisi sono destinati a crescere, e non di poco, ove, come si vedrà, le realtà partecipate dal nostro Paese, in via diretta o indiretta, siano in tutto o in parte localizzate in Stati extracomunitari. ...
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