Il termine per il ricorso della gestante contro il licenziamento deve essere ragionevole
Una recente sentenza della Corte Ue conduce a una riflessione sulla tutela apprestata dal nostro ordinamento
La Corte di Giustizia Ue, nella causa C-284/23, nell’ambito di un ricorso pregiudiziale promosso da un tribunale tedesco del lavoro, ha recentemente statuito il principio per cui una lavoratrice incinta deve poter beneficiare di un termine ragionevole per poter contestare in giudizio il suo licenziamento. Secondo la Corte, il termine di due settimane per presentare la richiesta di ricorso tardivo previsto dalla normativa interna risulta, infatti, incompatibile con la direttiva 92/85/Cee, sulle lavoratrici gestanti.
Nel caso di specie, una dipendente di una casa di cura contestava dinanzi al tribunale il licenziamento, facendo valere il divieto di licenziare una donna incinta. Il giudice adito respingeva il ricorso; la donna, infatti, aveva avuto conoscenza della gravidanza e aveva proposto ...