ACCEDI
Venerdì, 17 gennaio 2025 - Aggiornato alle 6.00

LETTERE

Le modifiche statutarie deliberate dalla CNPR vanno rigettate

Giovedì, 19 dicembre 2024

x
STAMPA

Gentile Redazione,
in qualità di primo firmatario e a nome di tutti i cofirmatari della nota inviata ai Ministeri Vigilanti – e, per conoscenza, al Ministero della Giustizia e alla Presidenza dell’Associazione –, mi preme condividere alcune considerazioni sulle modifiche statutarie deliberate dalla Cassa nazionale di previdenza e assistenza per i ragionieri e periti commerciali (CNPR). Modifiche che, sebbene salutate con entusiasmo dai proponenti come un passo verso la modernizzazione, paiono invece caratterizzate da un preoccupante scollamento rispetto ai principi di trasparenza e democraticità.

È interessante notare come il Presidente della CNPR, nel corso di una recente audizione di fronte alla Commissione parlamentare di controllo sull’attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale, abbia sottolineato che il Comitato dei Delegati fosse “ben informato” prima di approvare tali modifiche. Una dichiarazione che, se da un lato intenderebbe rassicurare sulla regolarità dei processi interni, dall’altro solleva una domanda scomoda cui seguono le sue derivate: chi avrebbe fornito tali “informazioni”? Provenivano dal Presidente? Sono state messe in campo dal CdA? Sono intervenuti in tal senso soggetti esterni? Per quanto ci è dato sapere, dati anche i tempi ristrettissimi con cui sono stati messi a disposizione i documenti, non vi è stata alcuna consultazione preventiva della base, che avrebbe potuto (o dovuto?) esprimere la propria volontà su “cambiamenti” che dovrebbero rivelarsi profondamente incidenti su organizzazione e governance della Cassa.

Tra i punti che destano maggiore perplessità:
- l’elezione separata del Presidente e la norma sull’azzeramento dei mandati: la norma transitoria che consente all’attuale Presidente di ricandidarsi per ulteriori tre mandati, per un totale potenziale di ben 24 anni al vertice, è indubbiamente innovativa, ma in un senso che lascia perplessi. Se la rotazione nelle cariche è un principio cardine per garantire equità e pluralismo, appare curioso che questa norma venga ora reinterpretata in modo tanto creativo da azzerare retroattivamente i mandati già svolti. È difficile non intravedere, dietro questa “riforma”, una strategia orientata più al tentativo di perpetuazione del potere che a una reale modernizzazione. Va pure sottolineato che tale misura è in aperto contrasto con i precedenti orientamenti di entrambi i Ministeri Vigilanti nonché con le recenti dichiarazioni del Capo di Gabinetto della Ministra Marina Elvira Calderone;

- l’ampliamento del Consiglio di amministrazione: l’aumento del numero dei membri del CdA da 11 a 12 (13 se si considera l’enucleazione del Presidente dall’organo collegiale), in un ente con una platea di iscritti in un leggero, seppur costante, calo, appare sproporzionato e privo di giustificazioni operative o tecniche, rimanendo solo quelle “politiche” volte alla ricerca dell’ampliamento del consenso. Tale incremento si tradurrebbe in un ingiustificabile aggravio di costi che verrebbe posto a carico degli Iscritti, senza apportare alcun concreto valore aggiunto in termini di efficienza; sul punto specifico, nel documento inviato ai Ministeri Vigilanti, abbiamo posto in evidenza l’attuale esagerazione, in confronto ad altri enti previdenziali analoghi alla CNPR, sia per quanto riguarda la composizione numerica dell’organo amministrativo, sia per ciò che concerne il suo costo per emolumenti fissi;

- il mancato coinvolgimento degli iscritti: forse il passaggio più emblematico di questa vicenda è proprio l’assenza di un reale confronto con la base. Sembra quasi che si sia voluto preservare gli iscritti dal “fastidio” di partecipare a decisioni tanto tecniche. Peccato, però, che queste decisioni influiscano direttamente sul futuro dell’ente e sulla rappresentanza di chi ne fa parte. Si potrebbe dire che l’innovazione di questa riforma è andata di pari passo con una singolare interpretazione della partecipazione democratica che, a quanto pare, è stata riservata ai soli Delegati, peraltro “ben informati” come sopra.

Non possiamo che appellarci ai principi fondamentali di trasparenza, equità e rispetto della volontà degli iscritti – in questo caso neppure espressa dato che non sono stati consultati –, ricordando che la governance di un ente previdenziale deve essere al servizio di tutti e non di pochi privilegiati (o, addirittura, di uno solo). Confidiamo che i Ministeri Vigilanti, coerentemente con quanto già affermato in precedenti occasioni analoghe, ribadiscano con fermezza i principi fondamentali di trasparenza, alternanza e rappresentatività democratica, esprimendo un diniego alle modifiche di cui trattasi che rischiano di cristallizzare una singola posizione di potere e di compromettere ulteriormente la fiducia degli iscritti nella governance della Cassa, già duramente provata da altri accadimenti.
È nostro profondo auspicio che i Ministeri Vigilanti agiscano con risolutezza, a tutela non solo degli iscritti, ma anche della credibilità e del buon nome del nostro sistema previdenziale.


Antonio Bachiorri
Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Ravenna
Ex Delegato CNPR

TORNA SU