La CNPR vara il bilancio di previsione 2026
L’Assemblea dei delegati della Cassa di previdenza dei ragionieri ha approvato l’ultimo assestamento al bilancio 2025 e il bilancio di previsione 2026. Il budget assestato 2025 registra un risultato al lordo delle poste di rettifica positivo per 109,10 milioni di euro e un risultato netto positivo di 25,57 milioni.
A influenzare il risultato netto la rettifica in aumento di 5 milioni sulla svalutazione delle attività finanziarie, che esprimono un dato assestato di 44 milioni, e l’incremento della svalutazione dei crediti verso gli associati per 3,4 milioni, che portano la svalutazione dei crediti iscritti nell’attivo circolante a complessivi 39,52 milioni.
Il budget assestato, che non tiene conto delle variazioni positive derivanti dal riaccertamento delle maggiori sanzioni e interessi pregressi (già svalutate in passato), registra spese per prestazioni previdenziali pari a 305,4 milioni, con un incremento di 3,6 milioni, mentre le prestazioni assistenziali si confermano in base alla misura preventivata, con una previsione di fine esercizio pari a 8,66 milioni di euro. Sul fronte delle entrate, una leggera contrazione di 2 milioni porta il totale dei contributi a 333,55 milioni, a fronte di una morosità che al mese di ottobre era di poco inferiore al 15% rispetto all’accertamento della contribuzione dovuta.
Quanto, invece, al preventivo 2026, si stima un risultato al lordo delle rettifiche di valore pari a 97,67 milioni (35,9 milioni il risultato netto). Si tratta di stime, scrive l’ente nel comunicato stampa diffuso ieri, all’insegna della significativa prudenza, che valutano un leggero incremento della contribuzione degli iscritti, in considerazione dell’adeguamento della contribuzione minimale per effetto dell’inflazione in misura pari al 1,238%. Per questo, la contribuzione è stimata in 340,94 milioni riferita a una popolazione tra iscritti attivi e pensionati che proseguano l’attività di 27 mila soggetti. Per le prestazioni previdenziali, invece, si prospetta un costo di 305,02 milioni per una platea di 13.120 pensionati (con un incremento di 573 prestazioni).
Sia nell’assestamento del budget 2025 che nella previsione 2026 prosegue la politica di prudente apprezzamento dei crediti verso gli iscritti, che portano l’ente a svalutare sensibilmente i crediti contributivi per 39,52 milioni nel 2025 e 27,75 milioni nel 2026. L’ente fa sapere di stare proseguendo le azioni dirette alla regolarizzazione delle posizioni contributive, con l’intensificazione di azioni esecutive da attuarsi nel corso del 2026, sulle posizioni irregolari riguardanti le annualità contributive fino al 31 dicembre 2021, per un totale di oltre 8 mila decreti ingiuntivi.
Resta, però, da intensificare l’azione di contrazione della morosità originatasi negli anni più recenti, in parte avviata nel corso del 2022, per questo si prosegue con la “prudente e cospicua” politica di accantonamento del rischio sui crediti. La svalutazione dei crediti per contributi e sanzioni, che alla fine del 2026 registrerà l’ammontare complessivo di 333,5 milioni di euro, aggiunge l’ente, “non consiste nella rinuncia al recupero, che prosegue nei confronti di tutti i debitori. Essa è una posta contabile che intende tutelare il rischio di inesigibilità derivante dal consolidarsi di posizioni accumulate negli anni, ed anche a eliminare dal bilancio tecnico le influenze che i crediti – potenzialmente non esigibili – possono avere”.
La Cassa guidata da Luigi Pagliuca ha inoltre approvato il nuovo bilancio tecnico attuariale redatto sulla base dei dati al 31 dicembre 2024 che, si spiega nel comunicato, attesta “la sostenibilità a 50 anni del fondo previdenziale, nonché il rispetto dei requisiti richiesti dalla legge 335/1995 in tema di equilibrio finanziario a 30 anni”.
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