Dall’atrazina al debito privato nei conti pubblici
Grande soddisfazione per l’Italia ieri a Bruxelles.
Abbiamo risolto i nostri problemi di debito pubblico?
No, anzi, in valore assoluto siamo al dato peggiore di sempre e in rapporto percentuale sul PIL veleggiamo intorno al 118%, come nei “favolosi” anni ’80.
E allora?
Allora succede che ha trovato ampi consensi in Europa la proposta italiana di tenere conto anche del debito privato (banche, imprese, famiglie), oltre che di quello pubblico, nella valutazione della salute dei conti pubblici di un Paese.
Questo nuovo criterio aiuterebbe l’Italia a risalire non poche posizioni, perché, se è il Paese con il debito pubblico più alto, ha però livelli di indebitamento privati molto più contenuti che negli altri Paesi.
È un successo che ricorda molto quello che consentì di superare alcuni decenni fa il grave problema della potabilità dell’acqua, a seguito della scopertà in numerosi acquedotti comunali di livelli di atrazina molto più elevati di quel che la legge consentiva: non furono risanati gli acquedotti, ma furono elevate per legge le soglie di tollerabilità dell’atrazina.
E noi che figli siamo, beviam, beviam, beviamo!
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