Agenzia delle Entrate: controlli anti-evasione sulle coste italiane
Controlli anti-evasione sulle coste italiane, da Sud a Nord, facendo registrare i picchi nelle principali località turistiche.
Dalla costiera salernitana, dove sono al checkup i pontili degli scali commerciali più frequentati come Amalfi e Agropoli, spesso gestiti da enti no profit, al lido di Venezia, disseminato di bungalow attrezzati di tutto punto, chiamati “capanne”, il cui affitto può arrivare a costare in media anche 10 mila euro a stagione. A metà strada, tappa obbligata sui battutissimi litorali laziali, in cui sono al vaglio non solo i posti barca sparsi lungo la costa, da Ostia a Nettuno passando per Anzio, con prezzi fino a 200 mila euro, ma anche discoteche e locali. Oltre Tirreno, arenili al setaccio in Sardegna ad Alghero, San Teodoro, Villasimius, Orosei, in Costa Smeralda e in altri 60 centri ad alta vocazione turistica dell’isola, dove gli ispettori dell’Agenzia delle Entrate sono a caccia di evasori che non rilasciano scontrini e ricevute, dichiarano al Fisco dati sottostimati per gli studi di settore e assumono personale in nero.
Obiettivo della campagna fiscale estiva, in tutte le sue varianti regionali, è la raccolta di elementi utili a ricostruire il reddito dei clienti in forma sintetica, ossia tenendo conto delle spese sostenute per ferie e vacanze. Un paniere estremamente variegato che comprende, per esempio, l’acquisto di pacchetti di viaggio da agenzie e tour operator, il noleggio di cabine, lettini e ombrelloni, l’affitto di posti barca per l’ormeggio, la frequenza di corsi di vela e sub. Esca pronta anche per gli operatori economici che lavorano sul territorio demaniale marittimo, gestendo una pluralità di servizi legati alle attività balneari, dalla ristorazione al nolo di gommoni e pattini, dall’animazione alle discoteche ai giochi per bambini.
A fare da sfondo a tutta l’operazione, il piano straordinario di accertamenti sintetici previsto dalla manovra d’estate 2008, che ha fissato in 25 mila il numero di controlli da realizzare con questo metodo nel 2010 e in 35 mila quelli in agenda per il 2011. Lo strumento dell’accertamento sintetico consente di ricostruire i redditi dei contribuenti a partire dalle spese sostenute, guardando non tanto a come viene prodotta la ricchezza, ma a come viene usata per mantenere un certo tenore di vita.
Nel dettaglio, sono 805 i porti turistici attivi lungo i circa 8mila km di coste italiane (di cui quasi un terzo solo in Sicilia e Sardegna) interessati dal piano estivo delle verifiche e degli accessi. I controlli sui gestori-concessionari di approdi commerciali sono finalizzati ad acquisire notizie sulla capacità ricettiva, sui soggetti che utilizzano il posto barca e sugli operatori che agiscono, a vario titolo, nell’ambito del porto, alla ricerca di situazioni ad alto rischio di evasione. Come quelle intercettate, in particolare, nelle Marche e in Campania. Qui non è raro trovare circoli esclusivi e approdi di lusso travestiti da enti no profit, che dichiarano di offrire servizi soltanto ai soci, ma in realtà gestiscono vere e proprie attività commerciali, soprattutto bar e ristoranti, aperte al pubblico e talvolta pubblicizzate addirittura su Internet. Uno stratagemma per sfuggire alle maglie del Fisco che piace anche alle associazioni sportive. A La Spezia, per esempio, un club abbinava all’attività del gioco del calcio quella del rimessaggio di barche, affittando spazi a clienti non soci.
I controlli fiscali riguardano però anche gli stabilimenti balneari, al centro di una tornata di accertamenti finalizzati sia a riscontrare la veridicità dei dati dichiarati per lo specifico studio di settore (UG60U per il periodo d’imposta 2008) sia a raccogliere elementi spia della capacità contributiva dei clienti. Caso emblematico quello individuato sulla costa campana, nel litorale domizio, dove il gestore di un lido dichiarava più incassi in autunno che in estate. Nella riviera adriatica, a Cervia, uno stabilimento vince la medaglia del finto povero, con un attivo dichiarato di 411 euro a fronte dei 36 mila euro di reddito accertati dall’Agenzia.
Uno spazio di rilievo nell’agenda dei verificatori è riservato inoltre ai controlli sulle attività alberghiere e di ristorazione. A Napoli, per esempio, gli uomini dell’Agenzia hanno passato ai raggi X pizzerie e gelaterie e scovato un hotel all black, che affittava camere senza mai emettere fatture né ricevute. Reddito zero anche per diversi bar e ristoranti romagnoli, cui le Entrate di Ravenna hanno contestato in totale circa 1,5 milioni di euro di imposte evase.
Infine, per quanto riguarda la “movida” nelle discoteche, essa è risultata più movimentata del solito nelle discoteche di Veneto, Lazio e della Romagna, dove il tour agostano degli ispettori del Fisco ha messo sotto torchio decine di locali notturni, che dichiaravano falsi conti in rosso, non emettevano regolarmente i biglietti di ingresso e impiegavano lavoratori irregolari. (Redazione)
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