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Riforma fiscale: tra i primi punti la semplificazione del sistema di detrazioni

/ REDAZIONE

Venerdì, 8 ottobre 2010

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Non si arriverà certo alle due aliquote (23% e 33%) già annunciate dal 1994 da Berlusconi, ma il cantiere della riforma fiscale si è rimesso in moto e uno dei primi punti all’ordine del giorno è la semplificazione del complesso sistema delle detrazioni.

Per avviare la riforma, ha annunciato il ministro del Tesoro Tremonti, il Governo chiederà a breve una delega al Parlamento. La riforma è infatti uno dei 5 punti (l’ultimo) sui quali il governo ha ottenuto la fiducia del Parlamento. Quindi, entro fine legislatura, e soprattutto compatibilmente con i saldi di finanza pubblica, si dovrebbe arrivare all’agognata riduzione del carico fiscale. Questo anche se, secondo quanto scritto dal Governo della Decisione di Finanza pubblica, nonostante dei lievi cali la pressione nei prossimi anni rimarrà saldamente ancorata sopra il 42% del PIL (nel 2013 si stabilizzerebbe al 42,4%). Ancora uno dei livelli più alti in Europa. Molte le sollecitazioni che arrivano all’esecutivo per affrontare il capitolo fisco a partire da un nuovo patto tra le forze sociali che affronti proprio questo punto. Confronto al quale il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, si è detto più volte disponibile. Proprio domani la richiesta sarà reiterata da CISL e UIL, che saranno in piazza per sollecitare un confronto serrato. Confronto richiesto più volte anche da Confindustria. Diversa la posizione della CGIL che respinge un’ipotesi più volte circolata, cioè quella di un finanziamento della riforma fiscale fondato sull’idea di spostare il prelievo ’dalle persone alle cose’, attraverso una maggiorazione delle aliquote IVA.

Tornando ai dettagli, con il federalismo, Tremonti ne ha già scritti alcuni nero su bianco: è infatti ormai noto che per finanziarsi le regioni potranno contare su una compartecipazione all’IVA (fino al 45%), che sarà raccolta sul territorio e potranno ritoccare le addizionali IRPEF fino ad un massimo del 3%. Questo - spiega il ministro per la Semplificazione, Roberto Calderoli - salvaguardando le due fasce di reddito più deboli (fino a 28.000 euro). Le Regioni potranno così stabilire una sorta di avvio di quoziente familiare, che è un altro vecchio cavallo di battaglia del centrodestra: tassare non più le persone fisiche, ma ripartire il carico sul numero dei familiari.
Prima, però, per il Tesoro si dovrebbe appunto “sfoltire” il complesso sistema delle detrazioni. Un capitolo a parte riguarda il lavoro e le imprese: per il primo si valuta la possibilità di aumentare la detassazione a carico della parte di lavoro straordinario legata alla maggior produttività.
Sempre con il federalismo, si è introdotta la possibilità per le regioni di poter azzerare l’IRAP, ma gli industriali chiedono anche che, attraverso un minor peso fiscale, vengano premiate le iniziative in ricerca e innovazione e che gli investimenti possano godere di un credito di imposta automatico. Altre novità fiscali per le imprese arriverebbero inoltre con lo Statuto delle imprese (il testo è all’esame della Camera) con una revisione del tetto alla pressione fiscale. (Ansa)

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