La gravidanza rende inapplicabili gli studi di settore
Tale condizione può impedire il normale svolgimento dell’attività, ma la giurisprudenza di merito non concorda nel definirla causa esimente
La gravidanza del contribuente si riflette sulla sua attività lavorativa, comportando una situazione di non normale svolgimento della stessa, che, pertanto, rende inapplicabili gli studi di settore. È questa la decisione assunta della C.T. Reg. Roma, con la sentenza n. 221/22/10, depositata il 19 ottobre 2010.
Una parrucchiera riceveva un avviso di accertamento fondato esclusivamente sulle risultanze derivanti dall’applicazione degli studi di settore. Avverso tale atto, la contribuente proponeva ricorso alla C.T. Prov., denunciando l’inapplicabilità nei suoi confronti degli studi di settore, atteso che, nell’anno oggetto di accertamento, era stata in gravidanza da marzo a dicembre, mese in cui era avvenuto il parto, e che addirittura a novembre aveva sospeso l’attività ...
Vietata ogni riproduzione ed estrazione ex art. 70-quater della L. 633/41