Via libera dalla Bicamerale al DLgs. sul federalismo regionale
Nella seduta di ieri, la Commissione bicamerale per l’attuazione del federalismo fiscale ha dato parere favorevole sullo schema di DLgs. recante disposizioni in materia di autonomia di entrata delle Regioni a statuto ordinario e delle Province, nonché di determinazione dei costi e dei fabbisogni standard nel settore sanitario. I voti a favore sono stati quindici e il Pd si è astenuto.
Il nuovo Fisco regionale, stando alle prime anticipazioni, scatterà dal 2013. Non ci saranno più i trasferimenti dal “centro”, il loro valore sarà sostituito dalla compartecipazione a IVA e IRPEF e, contemporaneamente, sarà possibile “manovrare” l’attuale addizionale, con aumenti via via maggiori. Il decreto sul fisco regionale e provinciale, dopo le norme sul fisco municipale, rappresenta il provvedimento più importante per la riforma del federalismo, con l’obiettivo di rendere autonome le amministrazioni decentrate. Le Province già da quest’anno potranno modificare, con un aumento o una diminuzione di 3,5 punti percentuali, l’imposta sulla RC auto ora al 12,5%.
Nel dettaglio, dal 2013, e non più dal 2011 come inizialmente previsto, le Regioni potranno manovrare l’addizionale IRPEF regionale, diminuendola o anche aumentandola dallo 0,9 fino all’1,4%. La maggiorazione, infatti, non può essere superiore allo 0,5 nel 2013. L’aumento potrà essere dell’1,1% nel 2014 e del 2,1% a decorrere dal 2015. Se la regione ha già disposto una riduzione dell’Irap non può sforare lo 0,5% di aumento. Prevista una salvaguardia per il primo scaglione IRPEF, fino a 15.000 euro: l’aumento dell’addizionale non potrà superare lo 0,5%. L’addizionale, comunque, verrà rideterminata con l’obiettivo di consentire pari finanziamento rispetto ai trasferimenti statali soppressi.
Alle Regioni va inoltre una quota di compartecipazione all’IVA, che va ad alimentare il fondo di perequazione che garantisce la copertura integrale delle spese per i servizi essenziali (sanità, scuola, assistenza, trasporto pubblico). La quota di attribuzione alle Regioni della compartecipazione sarà assegnata con criteri di “territorialità” e si baserà sui consumi nelle diverse aree (con un occhio alle sperequazioni che possono esserci nelle aree commerciali). La percentuale della compartecipazione viene stabilita con decreto della presidenza del Consiglio dei ministri al livello minimo sufficiente ad assicurare il pieno finanziamento integrale dei livelli essenziali delle prestazioni (che vengono definiti con legge statale e ai quali lavora la Sose in collaborazione con l’Istat).
Ancora, le Regioni potranno ridurre le aliquote dell’IRAP fino ad azzerarle e disporre deduzioni dalla base imponibile. (Redazione)
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