Contribuenti-sudditi, con il nuovo accertamento esecutivo
Spettabile Redazione,
insieme ai complimenti per uno splendido lavoro duraturo e condiviso, avanzo alcune sommesse considerazioni sul tema dell’accertamento esecutivo.
L’articolo di Carlo Nocera del 9 maggio scorso (“Sospensione dell’esecutività a scartamento ridotto”) è indubbiamente e ampiamente condivisibile.
Non ci rendiamo forse conto che questo provvedimento è drammaticamente vessatorio? Vivremo situazioni degne di uno scenario medievale, con un Principe che chiede al suddito di far fronte alle vuote casse erariali, riservandosi poi – forse – di concedere giustizia.
Giustamente, Nocera considera ormai implicitamente destituita di fondamento la sospensione amministrativa dell’atto. Giustamente, la giustizia tributaria si interroga sulla mole di domande di sospensione che dovrà fronteggiare (peraltro senza giusta ricompensa economica). Stranamente, invece, non si interrogano i contribuenti-sudditi sul proprio futuro. E ciò forse perché gli organi di stampa (Eutekne escluso) non danno il giusto (negativo) risalto a un siffatto nefasto provvedimento.
Dalle colonne del Sole 24 Ore, nel febbraio 2010, Michele Ainis si stracciava le vesti perché la sua abitazione era stata oggetto di un’ipoteca giudiziale da parte di Equitalia a seguito di un errore. Per fortuna, Equitalia aveva in fretta ritirato il provvedimento.
Cosa faranno, dal prossimo luglio, le migliaia di poveri contribuenti che si troveranno nella stessa situazione, non per un errore, ma perché il Fisco vorrà la loro casa prima che la Commissione tributaria possa dar loro ragione?
Ricordiamoci che la rivoluzione americana scoppiò per un banale aumento delle tasse sul tè.
Alessandro Cerati
Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Milano
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