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Entro fine giugno potrebbero arrivare manovra economica e delega fiscale

/ REDAZIONE

Giovedì, 16 giugno 2011

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La manovra economica dovrebbe arrivare entro fine giugno e insieme ci dovrebbe essere anche la delega fiscale. Il premier, Silvio Berlusconi, spiega infatti che “la manovra la presenteremo nei giorni immediatamente successivi alla verifica del 22 giugno” e dopo il Consiglio Europeo (il 23-24). Quindi potrebbe essere nel CdM di giovedì 30 giugno (ma il ministro dell’Economia Giulio Tremonti è previsto a Parigi all’OCSE), o forse prima: Berlusconi parla infatti dei primi giorni della settimana (una data possibile è martedì 28). E sempre Berlusconi rassicura “abbiamo le idee chiare e non siamo preoccupati dell’impatto che potrà avere sull’opinione pubblica”.
Insieme, o poco dopo, come dice il sottosegretario all’Economia, Luigi Casero, arriverebbe la delega fiscale (“tra una quindicina di giorni”, dice Casero). 
Sul fronte riforma fiscale, emergono intanto maggiori dettagli sui contenuti: si studia un intervento sulle famiglie (ma non subito il quoziente familiare) e arriverebbe appunto sul tavolo del Consiglio dei ministri a fine giugno (il 23). 

Per quanto riguarda la manovra, vanno recuperate le risorse (tra i 40 e i 50 miliardi) per garantire gli impegni presi con Bruxelles e dare un messaggio rassicurante ai mercati dopo il taglio delle previsioni sull’Italia deciso lo scorso mese da Standard & Poor’s. Il tutto in un contesto di crescita debole (+0,1% nel primo trimestre). Moltissime le ipotesi circolate nei giorni passati: dall’innalzamento a 65 anni dell’età pensionabile per le donne nel settore privato a un ulteriore congelamento (sempre smentito) degli stipendi degli statali.

In particolare, il Governo sembra al momento escludere sia l’aumento dei contributi, sia un intervento sull’età di pensionamento di vecchiaia delle donne nel settore privato (portandola a 65 anni come per il settore pubblico). Questa misura porterebbe circa 1 miliardo l’anno. Altra ipotesi circolata nei giorni scorsi e subito attaccata da Confindustria e CGIL è quella di aumentare ulteriormente le aliquote previdenziali per i parasubordinati, portandole al 33% come i lavoratori dipendenti.
Il taglio ai costi della politica è il leitmotif degli ultimi anni: a più riprese, si chiede innanzitutto l’abolizione delle province. Ma nel mirino ci sono anche le auto blu (risparmio stimato 1,5 miliardi in tre anni). Lo stesso ministro Tremonti ha recentemente lanciato un’altra proposta “meno aerei blu, più Alitalia”. Tagli sono già stati fatti sugli stipendi dei parlamentari, dei rappresentanti di Governo e sulle spese dei Palazzi. Ma secondo molti c’é ancora spazio di recupero.

In materia di condono, mentre lo scudo fiscale dovrebbe aver già drenato le risorse “esportate” illegalmente, ci potrebbe essere spazio per una riedizione del condono edilizio, che viaggerebbe parallelo al nuovo piano casa, e per la regolarizzazione delle case fantasma. Un’altra idea circolata è quella di una sanatoria che riguarderebbe l’enorme arretrato dei processi civili prima della riforma. - Non dovrebbero invece esserci ancora tagli a Comuni, Province e Regioni, ma c’è chi giura anche che saranno uno dei capitoli più corposi.

Altra ipotesi che starebbe circolando è quella di armonizzare la tassazione sulle rendite finanziarie portandola al 20%, oppure un contributo di solidarietà dai redditi più alti. Altra strada potrebbe essere una patrimoniale ad esclusione dei titoli pubblici e delle prime case. (Redazione)

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