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LETTERE

Le libere professioni hanno partecipato ai tavoli per il rilancio del Paese

Sabato, 20 agosto 2011

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Gentile Redazione,
leggo ora la lettera del dott. Roberto Perito di Bologna (si veda “Se l’opinione pubblica ci condanna è colpa dei media: invitiamoli a Parma”), che peraltro ringrazio perché coglie e sintetizza i principali problemi con i quali deve fare quotidianamente i conti la nostra categoria, così come le altre categorie professionali.

Tuttavia, un aspetto riportato nella sua lettera non è stato da lui correttamente interpretato.
Non è affatto vero che le libere professioni non erano state invitate ai tavoli della concertazione.

Confprofessioni, che è la parte sociale delle libere professioni ordinistiche, era presente ai tavoli tra il Governo e le parti sociali, sia a quello di giovedì 4 che al successivo di mercoledì 10 agosto; non solo Confprofessioni era presente, ma ha sostenuto e dichiarato la propria posizione chiara e netta di apertura al confronto con il Governo e le altre parti sociali per un ammodernamento delle libere professioni ordinistiche, per andare incontro alle esigenze del mercato e del cittadino-consumatore, ma sempre nel rispetto delle competenze e della qualità della prestazione professionale.
A quei tavoli, Confprofessioni ha definito come ideologica e demagogica la dichiarata volontà da più parti invocata di smantellamento del sistema ordinistico, ribadendo che le libere professioni non sono certo un limite allo sviluppo del Paese, anzi.

È importante precisare che la riunione alla quale Confprofessioni non era stata (opportunamente) invitata, come dichiarato dal suo presidente, Gaetano Stella, è stata solo quella tenuta da alcune parti sociali, guidate da Confindustria, Rete Impresa Italia e dalle sigle dei sindacati dei lavoratori dipendenti; riunione informale che si è tenuta sempre giovedi 4, prima tra loro stesse e poi tra loro e i partiti dell’opposizione.

Quella riunione era stata organizzata dalle stesse parti sociali che avevano tra loro sottoscritto un documento di richieste al Governo e alla classe politica, ove tra le altre proposte si richiedeva a gran voce la piena liberalizzazione dei servizi professionali.
Ovviamente Confprofessioni non era stata invitata a sottoscrivere quel documento, che non avrebbe mai sottoscritto, e quindi non poteva essere invitata a quella informale conseguente riunione; mentre Confprofessioni ha fattivamente partecipato ai tavoli di concertazione con il Governo.


Ezio Maria Reggiani
Vicepresidente Confprofessioni

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