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Integrativo al 2%, l’UNGDCEC non ci sta

L’Unione Giovani denuncia la «trasandatezza dei Ministeri vigilanti» e, pur offrendo la propria solidarietà, chiede alla Cassa più disponibilità all’ascolto

/ Savino GALLO

Martedì, 3 gennaio 2012

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“Sconcerto”. È questa la parola che la Giunta nazionale dell’UNGDCEC ha voluto utilizzare per descrivere il proprio stato d’animo di fronte alla mancata approvazione, da parte dei Ministeri vigilanti, della mini-riforma che l’assemblea dei delegati della Cassa Dottori ha varato il 24 maggio 2011.

Una riforma (si veda “Cassa Dottori: contributo soggettivo minimo al 12%” del 25 maggio 2011) che prevedeva il mantenimento sine die del contributo integrativo al 4% e il passaggio graduale (in tre anni) della contribuzione minima soggettiva dal 10 al 12%. Per divenire effettiva, però, quella riforma necessitava dell’ulteriore approvazione dei Ministeri del Lavoro e dell’Economia entro il 31 dicembre 2011, giorno in cui scadeva la proroga del contributo

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