Accertamento sul consumo di caffè non attendibile
Secondo la C.T. Reg. di Torino non corrisponde ad elevata probabilità il consumo di una tazzina di caffè da parte di ogni cliente
È nullo l’avviso di accertamento con cui l’Ufficio ha ricostruito il volume d’affare di un ristorante, basandosi sull’analisi dell’acquisto di caffè, poi utilizzato per la somministrazione ai clienti dell’esercizio pubblico. Lo ha stabilito la C.T. Reg. di Torino, con la sentenza n. 81/10/11 del 10 novembre 2011.
L’Agenzia delle entrate aveva posto in essere il classico accertamento di tipo analitico-induttivo di cui all’art. 39, comma 1, lettera d), del DPR 600/1973: il Fisco, considerando gli acquisiti di caffè da parte del ristorante, era risalito al numero di pasti erogati, avvalendosi dell’equazione per cui ad ogni pasto corrisponderebbe una tazzina di caffè, per preparare la quale occorrerebbero 7 grammi di materia prima.
Decurtando, ...
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