Nel mercato dei servizi professionali, l’interesse prevale sul buon senso
Caro Direttore,
ma qual è il progetto per il futuro? Mi limito ad alcune brevi considerazioni sul mercato dei servizi professionali.
Con l’attuale legge sulle società di capitali professionali, le banche e altri pochi potenti soggetti economici potranno entrare in forza nel mercato professionale e acquisire in breve tutta la clientela portatrice di valore aggiunto. E i professionisti attuali? Credo che, nella maggior parte dei casi, diverranno dei meri lavoratori a cottimo.
Privacy, conflitti d’interessi, normativa antiriciclaggio e libertà d’impresa diverranno vuote parole, poiché il potere di chi governerà le società professionali come sopra costituite sarà in breve tempo troppo grande, forse anche per la politica.
Nelle aree ad elevata infiltrazione mafiosa del nostro Paese, probabilmente non esisterà più la pratica del pizzo: basterà pagare qualcosa in più alla società professionale come sopra costituita e il pizzo sarà, così, anche fatturato.
A proposito dei controlli nelle società, tutti dichiarano che costano troppo, ma pochi affermano di desiderare sistemi di controllo davvero adeguati.
Se lo scopo è solo quello di risparmiare, propongo di prevedere un sindaco unico nelle società scelto esclusivamente o tra i dipendenti pubblici che operano presso la Guardia di Finanza e l’Agenzia delle Entrate, o tra i magistrati e altri ancora che, essendo già pagati dallo Stato, possano svolgere gratuitamente la propria opera nelle società.
Magari si potrebbe prevedere che i Consigli di Amministrazione delle società si tengano direttamente presso gli Uffici finanziari o presso i Tribunali, così le società potranno evitare inutili spese per la sede.
Ci sarà finalmente una struttura snella nei controlli, poiché, tra chi non dovesse svolgere adeguatamente il proprio compito di amministratore e chi deve dare esecuzione alla sanzione, ci sarebbe contatto diretto senza intermediari e senza costi aggiuntivi.
Si ricordi, tra l’altro, che qualsiasi controllo è efficace se sono rispettate le seguenti due regole di base:
- i controllori devono essere professionisti preparati e indipendenti dai controllati;
- i controlli seri devono essere pagati in modo congruo.
Il collegio sindacale ha il primo requisito, ma il secondo vuole essere oggi minato.
Nel contempo nessuno pensa, per esempio, ad eliminare per legge il quasi “monopolio delle società di revisione”, riducendo la durata del loro incarico a tre anni rispetto ai nove attuali.
È difficile creare nuove società di revisione in un mercato bloccato per nove anni, non credete? Ma la concorrenza pare essere un concetto a “geometria variabile”.
Purtroppo pare che spesso, nel nostro Paese, sia il pernicioso interesse a prevalere sul buon senso.
Guido Zanin
Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Treviso
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