Colleghi, contiamo di meno e «conteremo» di più
Caro Direttore,
sono trascorsi sei mesi da un nostro intervento (si veda “Tra Ragionieri e Dottori serve un’unità concreta e non solo proclamata” del 14 ottobre 2011) relativo al buon diritto della componente dei Ragionieri di scegliere una o più linee di condotta in ordine alle prossime elezioni del Consiglio Nazionale, ritenendo questo ambito uno degli ultimi spazi di espressione della nostra identità, inevitabilmente destinata a disperdersi nel prossimo futuro.
Forse troppo ingenuamente, riponevamo la nostra fiducia su una visione realistica e matura da parte di tutti, del ruolo e delle funzioni che, non solo la nostra componente, ma l’intera compagine consiliare, andrà a svolgere anche oltre l’orizzonte temporale del 2016.
Assistiamo, invece, piuttosto che ad uno scambio di idee e di visioni, ad una serrata, seppur legittima, dialettica tra gruppi ormai abbastanza connotabili ed ascrivibili alle due candidature in corsa per la presidenza del Consiglio Nazionale.
Nel corso delle riunioni che si tengono più o meno pubblicamente, non si fa che contare, contare, contare… per arrivare sempre a 143. Ma noi professionisti abbiamo il dovere, nei confronti dei colleghi che non hanno modo di fare vita di categoria (istituzionale o associativa), di abituarci a contare anche oltre quella cifra per “contare” veramente all’interno dei perimetri decisionali dove si dispone della nostra futura vita professionale.
Abbiamo dalla nostra una qualità che è il cuore della nostra professione e che ci distingue da chi sa solo far di conto: la capacità cioè di “rendere conto”.
E allora esorto tutti, me stesso per primo, a lasciare da parte per un po’ la matitina e quel foglietto con le somme, le ipotesi, gli apparentamenti e le esclusioni e a parlare pubblicamente di come vogliamo che sia il futuro della professione, conducendo un dibattito tra idee e non guerre sotterranee e del tutto personali.
Nel poco tempo che ci separa dalle elezioni, sarebbe un grande traguardo se, nelle comunicazioni che circolano copiose sui nostri schermi, l’uso della parola “programma” superasse numericamente quello della parola “lista”. Per ciò che, più nello specifico, riguarda il dibattito in corso, interno alla componente ex albo ragionieri, l’Associazione che ho l’onore di presiedere si aspetta che si realizzi l’auspicio sotto il quale è stato dato inizio a questo percorso: che cioè si possa addivenire ad un’unica formazione di riferimento, composta da persone in grado di poter sostenere con forza e continuità le istanze oggetto di un programma condiviso.
Giuseppe Pozzato
Presidente ANC
Vietata ogni riproduzione ed estrazione ex art. 70-quater della L. 633/41