Sindaco unico e dintorni, avrei una proposta innovativa
Caro Direttore,
confrontandomi con alcuni colleghi, è emersa un’idea in tema di controlli societari che potrebbe costituire una soluzione ragionevole sia per i soggetti controllati (il cui obiettivo è, naturalmente, subire meno controlli possibili e al minor costo possibile) sia per i terzi che beneficiano di tali controlli, ma non ne sostengono il costo o lo sostengono in misura limitata (soci di minoranza, fornitori, altri stakeholders).
Prendendo spunto dalle regole di governance per le società quotate, ove la nomina dei sindaci viene effettuata tenendo conto delle minoranze e dei terzi, si potrebbe prevedere, di base, il seguente sistema opzionale:
- per le società che desiderano avere un sindaco unico, tale sindaco deve essere nominato da un terzo (Ordine professionale, Tribunale, Registro delle imprese) sulla base di obiettivi criteri “a rotazione”;
- per le altre società, resta il collegio sindacale pluripersonale.
Tale sistema consentirebbe di affievolire un punto delicato dell’attuale riforma, vale a dire il fatto che il sindaco unico finisca per essere “più debole” di fronte alle pressioni che la sua cliente potrebbe esercitare in situazioni di difficoltà.
D’altra parte, se la società dovesse preferire la nomina di sindaci di sua fiducia, l’indipendenza resterà garantita dalla pluralità della compagine di controllo.
Al tempo stesso, si darebbe una risposta ai “giovani professionisti”, che, notoriamente, hanno meno possibilità di accesso diretto a tali delicate cariche societarie.
Giampiero Guarnerio
Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Milano
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