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EDITORIALE

Riproviamo a partire dai programmi

/ Michela DAMASCO

Lunedì, 28 gennaio 2013

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Fra meno di un mese, si vota per il CNDCEC. Sulle vicende che hanno portato a questa seconda tornata elettorale si è già scritto molto, confinando a mero accessorio ciò che, a ben vedere, dovrebbe essere il fuoco di ogni votazione, i programmi, che pure esistevano ed erano interessanti.

Nel tentativo di fornire un piccolo contributo al confronto che vede contrapposta la lista guidata da Gerardo Longobardi e Davide Di Russo a quella guidata da Massimo Miani e Raffaele Marcello, abbiamo deciso di proporre ai candidati Presidenti e Vicepresidenti un’intervista sui temi che, più di frequente, vengono segnalati dagli iscritti alla nostra redazione.

Per il pieno rispetto della par condicio, abbiamo optato per un’intervista con risposte scritte, identica nelle domande. In questo modo, diventa più facile per chi legge individuare eventuali differenze d’approccio. Se fossimo un programma televisivo, sarebbe un’intervista doppia.
Oggi avete modo di leggere le risposte dei candidati Presidenti, domani leggerete quelle dei candidati Vicepresidenti.

A dire il vero, avevamo proposto ai nostri interlocutori di farci avere anche una domanda per i loro avversari, ci saremmo fatti carico noi di girarla ai destinatari, includendola poi nell’intervista complessiva. Questo invito non è stato raccolto, ci sembra di capire, per evitare possibili strumentalizzazioni.

Insomma, il tentativo sarebbe quello di condurre una campagna elettorale sui contenuti e non sulle polemiche, sebbene – ci rendiamo conto – l’impresa non sia semplice.
Da un lato, perché questo rinnovo del CNDCEC ha visto l’ingresso massiccio, nell’agone elettorale, dei social network e più in generale del web, luogo di libertà e democrazia, ma anche luogo che ha segnato cambiamenti pesanti del linguaggio. Non è più quello scritto e neppure quello parlato.

Per un osservatore esterno qual è chi vi scrive, talvolta diventa difficile capire come si rapportino alcuni commenti che abbiamo letto in rete con i principi deontologici previsti per la professione di dottore commercialista ed esperto contabile.
I quali, senza troppi giri di parole, prevedono che tanto l’elettorato passivo, quanto quello attivo, nell’esprimere critiche o proposte inerenti alla carica, debbano comunque astenersi da considerazioni irriguardose nei confronti dei candidati.
Non solo. Nell’esercizio del diritto di critica, gli iscritti devono comportarsi, nei confronti degli organi della professione, con rispetto e considerazione.
Ci sembra che, in alcuni casi, si possa migliorare.

Vi è poi un’ulteriore questione sulla legge elettorale. Effettivamente un sistema che, nel caso di liste contrapposte, non riservi una rappresentanza alla minoranza lascia perplessi e favorisce quel clima da “ultima battaglia” che si è respirato nella scorsa tornata elettorale.

Una domanda ci è rimasta nella penna e magari avremo occasione di riproporla ai candidati; qualora lei vincesse, si farà promotore di una revisione delle regole di governance del CNDCEC?
Numero di consiglieri, voto diretto agli iscritti e legge elettorale sono temi che ricorrono con una certa frequenza nelle lettere al nostro giornale e su questi punti si potrebbe aprire un confronto.
Per il momento, ci fermiamo qui, ringraziando i candidati per la disponibilità e per l’attenzione che ci hanno riservato.

A chi ci legge e a chi vota, il compito di valutare l’efficacia delle domande e, soprattutto, delle risposte.

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